De Paola: «Fallo non cattivo
Esagerata quell’espulsione»

Il mister del Lecco rivela: «A fine gara i compagni sono andati ad abbracciare Sparandeo perché qui sono tutti fratelli».

Espulsione esagerata (a Sparandeo) e rigore non concesso (a Buso). Si riprende con gli errori arbitrali? Pare proprio di sì. Nessuno nell’entourage bluceleste, però, questa volta vuole commentare apertamente. Finite le conferenze stampa in cui si gridava allo scandalo. Meno male. Ma c’è comunque da registrare una conduzione di gara equanime nel non fischiare i contrasti.

Un arbitraggio “all’inglese” quello del triestino Djurdjevic. Ma poi non si può dare un rosso diretto per una gamba alzata. Unica giustificazione: nel contrasta tra Sparandeo e Piu erano volate scintille. Tanto che a gran voce i blucelesti (sabato ancora con la bruttissima maglia verde, ma se va sempre così…) avevano chiamato il fallo dell’attaccante bustocco. Poi Sparandeo ha alzato il piede ad altezza petto. Il direttore di gara, insomma, ha pensato a una reazione. E come tale l’ha punita. Sbagliando.

De Paola non parla del rigore, anche se “off records” ci chiede se ci fosse (e noi quell’impressione l’abbiamo avuta netta). E sul rosso diretto commenta: «Da quando sono qui, molte volte i palloni “mezzi e mezzi” sono sempre a favore degli avversari. Ma, detto questo, l’espulsione mi è parsa davvero esagerata. È andato con la gamba tesa, è vero, ma non era un fallo cattivo, era solo fuori tempo. Mi dispiace molto per Sparandeo che era sconsolato negli spogliatoi».

Poi l’aneddoto da libro Cuore: «Era seduto negli spogliatoi e quando i ragazzi sono rientrati si è subito scusato con tutti. Ma sapete che c’è? Sono andati tutti ad abbracciarlo. Uno dopo l’altro. Questo mi piace del Lecco: qui i giocatori sono tutti fratelli. Un grande gruppo fuori e dentro il campo».

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