Calcio Lecco, Aliberti: «La chiusura della trattativa è più vicina»

Ospite a Unica Calcio Lecco, trasmissione condotta da Mario Servillo, in onda lunedì sera, Aniello Aliberti, accompagnato da Corrado Valsecchi, si è detto vicino all’acquisizione del Lecco. Ma con molti “distinguo”. «Negli ultimi giorni – ha dichiarato - si sono palesate delle altre disponibilità, ma dobbiamo arrivare all’iscrizione al campionato di serie C, il 4 giugno, con tutto a posto. Da lì a poco cominceranno gli allenamenti, per cui mi sto muovendo anche nella scelta del direttore sportivo, dell’allenatore, proprio perché se avrò luce verde, bisognerà correre. Se aspetto di sapere cosa succederà con i soci, saremmo già in ritardo. Troppo ottimista? Sì, di natura. Ma prendo atto serenamente anche del fatto che possa saltare tutto». La sottolineatura successiva è stata però importante: «Non voglio puntare il dito sugli imprenditori lecchesi. Gli imprenditori sono colleghi, e ne ho conosciuti tanti, ma investono i soldi nei campi che ritengono più opportuni. Non avrò mai nulla contro gli imprenditori lecchesi, anche dovesse andare male».

Ma sia chiaro. Per Aliberti l’interesse per il Lecco non nasce per caso. «Il calcio non è il mio mestiere, premetto, ma visto che tra qualche mese dovrei aprire un insediamento industriale in provincia di Lecco, dopo una serie di richieste dei miei collaboratori, mi sono messo dalla parte del Lecco. Inizialmente pensavo di partecipare al 10-15 per cento, per dare una mano al territorio come faccio a Bergamo. Questa volta ho pensato di farlo ancor prima di arrivare. Poi ho saputo che c’erano delle cordate che dopo poco sono scomparse. Ma oramai mi ero attivato, per cui mi sono detto: il 10-15 per cento diventerà di più. E ora sono in attesa di una conferma da parte di qualcuno che mi accompagni in questa avventura».

Le motivazioni, insomma, sono sia il motivo imprenditoriale che…la passione del figlio, Francesco, per il Lecco e per l’Atalanta e che ha tanti amici nel lecchese. «Io non sto mollando. Sto cercando di fare di tutto per trovare una quadra. Uno dei punti essenziali è cercare di capire cosa succederà l’anno prossimo, in quanto a investimenti. Io considero i soldi che dovessi mettere nel Lecco non come investimenti, ma come donazioni. Ma per chi mi accompagnasse nell’avventura, potrebbe essere un investimento, se riusciremo a tornare in serie B. Mi piace molto vincere, anche se non ho mai promesso cose che non posso mantenere. Ma sono rimasto colpito dai lecchesi». In che senso? È presto detto. «Mi interessava – spiega l’imprenditore bergamasco - sapere quali sponsor saranno ancora con noi e devo dire che tutti mi hanno confermato il loro impegno. Mi è piaciuto molto che nessuno mi ha posto il problema di ridurre il loro impegno. È come fossimo ancora in B. Il che mi dice che questi sponsor sono soprattutto tifosi. È una spinta importante, per me, questa».

Altro motivo d’orgoglio e di stimolo è stato il Rigamonti-Ceppi: «Mi aspettavo di vedere poche centinaia di tifosi in Lecco-Modena, ultima di campionato, e invece erano più di tremila. Mi ha fatto molto piacere». Obiettivo? «Una C di alto livello. Per la B ci vuole anche una programmazione, un paio di anni, e tanta fortuna. Sempre con uno sguardo ai conti. Anche se so che il calcio non è una scienza esatta».

Ma stipendi e altri adempimenti sono a posto? Aliberti su Di Nunno afferma: «Dalla Covisoc mi è stato detto che è tra i soli undici presidenti del calcio italiano che hanno sempre mantenuto quanto promesso. Per cui penso che stia ottemperando a quanto mi ha promesso. I miei commercialisti stanno parlando con i suoi, per capire meglio la situazione creditoria e debitoria. Non ha mai fatto richieste esose, tipo 4-5 milioni. Però la cifra è determinata dalle situazioni in cui viene lasciata la società. Se venisse lasciata a debiti zero, è un conto. Un altro se ci fossero dei debiti. Comunque non siamo lontanissimi dalla cifra sulla quale potremmo accordarci. Ma prima devo essere sicuro dei soldi che ho a disposizione, ovvero dei soci che avrò accanto. E da solo non me la sento di farla, questa trattativa finale. Sono stato io finora a non fare la trattativa. Quando sarò sicuro delle cifre, mi siederò con Di Nunno, spero a brevissimo”. E Lin? “Potrebbe essere uno sponsor dal 5 al 10 per cento. Non altro».

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