Calcio / Lecco città
Sabato 24 Luglio 2021
Battazza: «Il Lecco ai lecchesi?
Sì, io so che andrà così»
Le dichiarazioni del presidente onorario hanno tenuto banco alla presentazione.«Conosco il capitano di questa squadra di imprenditori».
Angelo Battazza, vulcanico presidente onorario bluceleste, oramai ottuagenario, ma combattivo come al solito, alla presentazione di nuove maglie e sponsor, non le manda a dire: «Spero che Di Nunno resti per altri due anni, ma dobbiamo metterci in testa che il Lecco è dei lecchesi. E dunque prepararci a quando Di Nunno ci lascerà. Sto lavorando per questo». Ma se fin qui Battazza dice qualcosa di relativamente scontato, poi fa deflagrare la “bomba”.
Quando il dg Maiolo e il ds Fracchiolla parlano di «ipotesi fantasiose» relative alla cessione della società, l’Angelo esplode: «I lecchesi che non vogliono essere citati ma che vorrebbero il calcio Lecco ci sono altroché… Quando se ne va il patron dobbiamo farne… un altro. Alla fine dell’anno ci arriviamo con Di Nunno di sicuro, perché lui è uomo di parola, ma dobbiamo creare anche qualcos’altro. Un qualcos’altro che sto costruendo come una formichina». Battazza, però, è fedele al suo collega, al patron Paolo Di Nunno e premette: «Prima mi devono firmare le garanzie e poi le si devono portare a Di Nunno. Di sicuro questi qua vogliono il 51%. Io ho le e-mail in mano… Non sono chiacchiere. Se vengono si prendono il 51%. Uno o due anni Di Nunno mi auguro che ci possa stare. E lui è uno sicuro: ha sempre pagato tutti. Certo non vengo a dirvi che questi signori sono già pronti a prendere il Lecco. Prima voglio vedere il denaro e poi… Bisogna mettere la grana, non le cambiali...».
Battazza dice che Di Nunno non ne sa nulla: «Il mio presidente non lo sa neanche. Voglio vedere prima io chi sono veramente. Io conosco il capitano di questa “squadra” di imprenditori, ed è persona seria, ma non conosco gli altri giocatori che ci sono dietro. Voglio sapere chi rappresenta, questo signore. Fino a quando rimango io, comunque, rimane anche Di Nunno, che ho portato io a Lecco. Poi io me ne andrò e lascerò ad altri l’onere di traghettare il Lecco in altri lidi. Ma devo essere prima sicuro di chi arriva».
Insomma, la concretezza è una cosa che contraddistingue il vecchio leone bluceleste. Ma per ora c’è anche molto fumo. Un fumo che non consente di vedere oltre la cortina. Di capire se c’è un futuro lecchese per il Lecco. Ammesso e non concesso che sia un buon futuro solo per appartenenza. Finora non è proprio andata così, con le proprietà “nostrane”. Tranne rari casi sporadici.
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