Sport / Lecco città
Mercoledì 15 Giugno 2016
Calcio Lecco, la Figc non fa sconti
Per Bizzozero un anno di stop
La Federazione ha deciso l’inibizione da qualsiasi incarico nella società
Condannati anche Luigi Cappelletti e Ivan Corti (sei mesi) e Paolo Cesana (quattro). L’assessore Gheza: «Se rimarrà gli imprenditori Frigerio e Battazza potrebbero rinunciare all’acquisto della squadra»
Oramai anche la Federazione gioco calcio, la Figc, sentenzia l’uscita di scena, almeno come dirigente, di Daniele Bizzozero. Ieri, infatti, il Tribunale federale nazionale – Sezione disciplinare, presieduto dall’avvocato Sergio Artico, ha deciso per l’inibizione per un anno di Daniele Bizzozero. Ovvero, non potrà più esercitare alcun incarico ufficiale nell’organigramma del Calcio Lecco della quale, però, potrà rimanere proprietario, tramite la società Lario Auto Motor Rent. Insieme a lui condannati anche Luigi Cappelletti (iscritto nell’elenco speciale dei Direttori sportivi), con l’inibizione per sei mesi, Paolo Cesana (amministratore unico della società Calcio Lecco 1912 Srl sino all’8 agosto 2014) per 4 mesi e Ivan Corti (amministratore unico della Società Calcio Lecco 1912 Srl dalla stagione 2014/2015) per altri sei mesi. Per quest’ultimo una grana particolare, perché è diventato, nel frattempo segretario del Renate in Lega Pro. E il Lecco è stato condannato a pagare un’ammenda di mille euro.
Ma ancor prima che arrivasse la notizia dell’inibizione per un anno da parte della Fig l’assessore del Comune Stefano Gheza ha spiegato perché Luca Frigerio e Angelo Battazza, che si sono rivelati i due più concreti imprenditori vicini alle sorti blucelesti, si potrebbero defilare. «Partiamo da un dato di fatto. Se Bizzozero va avanti, il nostro ruolo termina. Noi come Comune ci siamo impegnati a trovare imprenditori e a fare da “interlocutori” tra le parti solamente perché Bizzozero aveva manifestato, tramite i suoi legali, la volontà di cedere la società. Se, però, così non è, ovvero il patron bluceleste andrà avanti, faremo un passo indietro perché la società è sua e spetta a lui decidere il da farsi».
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