Basket / Oggiono e Brianza
Mercoledì 03 Marzo 2021
«Merito alle ragazze
se siamo in Coppa»
Fabrizio “Bicio” Ranieri è il direttore generale che ha costruito la Limonta, squadra rivelazione che domani giocherà la Final Eight di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia domani alle 20 per la Limonta Costa Masnaga impegnata con la Famila Schio. Un traguardo storico che vede in Fabrizio Ranieri il cuore, la mente, l’anima e il motore del sogno biancorosso.
«Se mi avessero detto a settembre che avremmo giocato le finali di Coppa, avrei risposto che sarebbe stato impossibile, ancora di più avendo fatto tutta l’andata senza un’americana - spiega Ranieri -. Ma il legame che si è creato tra le giovani, per le quali avrei messo la mano sul fuoco sia come persone che come atlete, e le “chiocce” Jaisa Nunn, Lisa Jablonowski e Beatrice Del Pero, è stato vincente. In più ora abbiamo Laura Spreafico».
E se glielo avessero detto a metà anni ’90, quando Costa ripartì dalla serie C? «Avevo troppi problemi da risolvere: debiti della gestione precedente, progetti da immaginare e costruire, nuove solidità da acquisire e consolidare. Il risultato finale era inimmaginabile e poteva chiarirsi solo un passo alla volta, il preciso rapporto alla quantità e alla qualità del lavoro che sarei riuscito a sviluppare».
Poi la serie B, l’A3, l’A2 con la Coppa Italia e il ritorno in A1. Passando per giocatrici, allenatori e i successi del vivaio. Una crescita che altre società si sognano. Il segreto? «Il nostro motto è “passione e competenza” e ci rispecchia - sottolinea -. Fondamentale è stata la collaborazione di persone generose, amici altrove chiamati dirigenti. Indispensabili i rapporti di fiducia con alcune aziende del territorio o legate a noi per motivi personali. Per finire, o forse in cima, lo sviluppo del lavoro tecnico adattato alle possibilità reali di ogni periodo. Sempre con il rispetto per atleti e famiglie, con un occhio rivolto al ruolo etico-sociale che una società sportiva ha l’obbligo di perseguire. Senza proclami o false promesse. Ora ci godiamo i successi di un lavoro di quasi 30 anni».
Con Schio sarà dura, ma avete già tenuto testa a formazioni di vertice. «Schio ha 12 giocatrici di livello altissimo, esperienza e professionalità. Differenze difficilissime da scavalcare, ma nulla è impossibile. È un dovere provarci».
Ogni anno lanciate nuove giovani. Ormai sono le giocatrici che vogliono venire a Costa. Qualche nome nuovo? «È troppo facile far appassire un fiore e quindi preferisco parlare solo di chi già è riuscita a risplendere - precisa -. In questa stagione si sono affermate Vittoria Allievi, Nancy N’Guessan, Martina Spinelli e Matilde Villa. Sì, avremo nuovi inserimenti, ma voglio conservare la sorpresa e mantenere nella giusta e necessaria serenità le adolescenti pronte al salto».
Che effetto le fa essere diventati un modello? «È motivo d’orgoglio, ma anche uno stimolo a studiare nuovi metodi di sviluppo per non rischiare di essere raggiunti e superati».
Qualche società si è già fatta viva per le vostre stelle? «Certo, con decisione. Ad oggi però tutte le ragazze hanno scelto di restare, convinte che per la loro età la nostra sia l’opzione migliore per formarsi, protette da tensioni esagerate. Qualcuna, però, già quest’estate potrebbe confrontarsi con nuove esperienze».
Coach Paolo Seletti ha detto che se entrate ai playoff, correrà la maratona. Lei? «Odio correre, quindi non lo accompagnerò. Potrei fare 24 ore di digiuno, un vero sacrificio - conclude il suo ragionamento -. Prometto che farò l’impossibile per offrire alla società, alle ragazze e allo staff la possibilità di confrontarsi a un livello più alto di quello di quest’anno. Per me questa è la massima aspirazione di ogni sportivo e spero che sia per loro il dono più gradito».
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