«Al Costa mi sono valorizzata
A loro tutta la mia gratitudine»

Una colonna come Laura Spreafico se ne va a giocare in Spagna. «È un po’ che ci pensavo, stavolta è arrivata l’occasione. Ora o mai più».

È stato un addio inaspettato quello di Laura Spreafico. La trentenne di Asso ha infatti deciso di lasciare Costa Masnaga e l’Italia per andare a giocare per la prima volta all’estero, in Spagna. A Gernika, nei Paesi Baschi.

Spreafico è reduce da una stagione strepitosa in serie A1, dove è risultata addirittura la miglior marcatrice italiana del torneo e la giocatrice italiana con il minutaggio più alto.

Come mai la decisione di andare in Spagna, lo spiega lei stessa. «L’idea di fare un’esperienza di vita all’estero, a 360 gradi, l’avevo in testa già da un po’. Gli anni scorsi però non l’avevo cercata più di tanto. Quest’anno come sempre ho voluto aspettare la fine del campionato per sapere dal procuratore quali offerte avevo: in Italia sarei rimasta a Costa, ma ce n’erano due dalla Spagna. Che è una cosa gratificante, vuol dire che ho fatto qualcosa di buono».

«Così - aggiunge l’ex Comense -, visto che non voglio giocare per chissà quanti anni ancora, ho deciso che era arrivato il momento: sono quei treni che passano una volta. Non è stato semplice, ma non voglio avere rimpianti».

La Spagna perché? «Mi piace l’idea di conoscere la cultura e la lingua spagnola. E il campionato penso che sia uno dei più competitivi in Europa, mi hanno detto anche che tutte le partite sono competitive. In ogni Europeo giovanile che ho fatto incontravo la Spagna e alcune giocatrici le ritroverò adesso».

Miglior marcatrice italiana di serie A1: chi l’avrebbe mai detto? «È una cosa che faccio ancora fatica a realizzare. Ma è venuto tutto naturale, in un contesto come Costa dove ci si diverte e non ci sono pressioni. È anche il frutto degli anni di lavoro che ho fatto: non penso di aver avuto un gran talento, ma sono stata brava a costruirmi negli anni e a pormi degli obiettivi».

A Costa però eri un pilastro. «Con Bicio Ranieri ho sempre avuto un rapporto molto umano. E già mesi fa gli avevo accennato che mi sarebbe piaciuto andare all’estero. Costa per me è stata un porto sicuro in un momento difficile, e con le persone si sono creati dei legami che rimarranno».

La società lecchese ha deciso di autoretrocedersi in A2. «Sono dispiaciuta. Ma è anche un segno di maturità e di intelligenza. Molte società che fanno grandi investimenti senza una progettualità dovrebbero prendere esempio da Costa, che non fa il passo più lungo della gamba, puntando sulle sue giovani. A Costa sono stata brava a valorizzarmi, ma è anche merito loro se ora ho questa nuova opportunità. Hanno tutta la mia ammirazione e la mia gratitudine».

Prima della Spagna, c’è un’altra “partita” da giocare. «Mi mancano gli ultimi due esami della triennale in Psicologia che darò a giugno e luglio. Intanto faccio il tirocinio e mi alleno: è un periodo intenso».

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