Arbitro, ingenuità e occasioni sprecate: il Lecco affonda con il Padova

Se non ci fosse quel sospetto di furto legalizzato sul primo gol, più che sulla sconfitta in generale, allora si potrebbe anche digerire il risultato, assolutamente ingiusto per dimensioni. Per chi non ha visto la partita, pare una sconfitta netta. 3 a 0 per gli altri. Invece, fino all’1 a 0 la gara è stata tutto sommato equilibrata. Molto meglio il Padova all’inizio, capace di costruire tre palle gol nitide in sei minuti. Per venti minuti il Lecco, complice il dover mandare in rodaggio un 3-5-2 schierato a sorpresa e nuovo di zecca, “balla”. Ma poi, pian piano, si riprende. Il Padova sbaglia, il Lecco prova a pungere e Ilari, di testa, su corner, prende il palo sotto la Curva Nord. Alla fine il primo tempo finisce 0 a 0 con un Lecco in crescita. Crescita che prosegue anche nella ripresa perché Il Lecco a inizio secondo tempo costruisce il pallone più clamoroso di tutta la partita. Azione insistita dalla sinistra. Assist di Galeandro per l’accorrente Ionita che, incredibilmente per un giocatore del suo valore, spara alto da due passi.

Insomma, pare che tutto possa andare per il meglio nella ripresa. Anche perché al 15’ il Lecco ha una punizione sulla destra dai 20 metri che sembra fatta apposta per passare in vantaggio. Lepore la batte maluccio, ma l’arbitro Mirabella, che aveva arbitrato a senso unico, si mette in mezzo, tra Lepore e Kritta. Quest’ultimo ce la fa lo stesso a tirare, nonostante il “disturbo” arbitrale, ma chiaramente sbaglia. Fortin rinvia subito e mentre il Lecco protesta, il Padova segna con Liguori. Da qui nasce la sconfitta. Perché Kritta (e tutto il Lecco) protesta e viene ammonito: meno di dieci minuti dopo entra male in scivolata a centrocampo (ingenuo) e regala la superiorità numerica a un Padova che non ne aveva bisogno. Il Lecco però ha il difetto di disunirsi, soprattutto psicologicamente, sotto di una rete e in 10 contro 11. È normale accusare il colpo, ma non è giusto davanti a 3.500 spettatori. Tanto che alla fine scatta la contestazione. Non per la sconfitta, ma per come è arrivata alla fine ovvero cedendo le armi.

Una prova tutto sommato positiva per impegno, occasioni create (e sprecate alla faccia di chi dice che non serve un attaccante che segni), e capacità di lottare. Ma poi se complice un arbitraggio disastroso, due rigori sospetti (tocco di mano apparsi netti ai più), l’episodio del primo gol contestatissimo, tre pali, si molla il colpo, si rischia di buttare via tutto quanto di buono si è costruito. Il Padova non ha passeggiato a Lecco. E l’arbitraggio di Mirabella non è stato rispettoso di una tifoseria di altra categoria. Ma bisogna riflettere sul fatto che si continua a subìre gol e a non farne. Il miglioramento rispetto alla gara di Gorgonzola, è stato netto, ma non basta perché la classifica sta diventando davvero pericolosa. E le attenuanti generiche, purtroppo, non bastano.

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