Andrea Colnaghi dice addio alla bicicletta: «Smetto senza rimpianti»
A 27 anni compiuti lo scorso mese di ottobre, 21 dei quali trascorsi sulla sella di una bicicletta, Andrea Colnaghi ha deciso di dire basta con il ciclismo agonistico. Una decisione meditata la sua, frutto della consapevolezza di aver dato tutto, ma davvero tutto, per provare ad arrivare al professionismo come invece è stato per Luca, suo fratello minore, e della conseguente necessità di guardare oltre allo sport vissuto in prima persona, da protagonista.
L’annuncio dell’ormai ex corridore di Mandello del Lario è arrivato via social, con un post dall’eloquente titolo “The end” e quell’«è arrivato il momento di chiudere una porta» a chiarire fin dalle prime battute il senso di un cambiamento considerato inevitabile.
Benché nell’ultimo biennio abbia ben figurato tra gli Elite con la divisa dell’Onec Team addosso, Colnaghi ha scelto di buttare il cuore oltre all’ostacolo: «Già lo scorso anno – ricorda – ero andato vicino a questa decisione. Poi, però, mi sono lasciato convincere a provarci per un altro anno. Ora ritengo non ci siano più le condizioni per andare avanti e, quindi, alla mia età è giusto anche prendere altre strade».
Dalle prime pedalate tra i G1 alla tenera età di sei anni fino alle ultime corse prima del ritiro di acqua sotto i ponti ne è passata, e tanta. Ecco dunque la svolta, quel passo indietro dal ciclismo praticato per farne un secondo, questa volta in avanti, alla ricerca di nuovi sbocchi professionali. «Rimanere nell’ambiente sportivo, meglio se nel ciclismo», è un obiettivo cui tendere. Per farlo, la volontà è di studiare per diventare massaggiatore sportivo, un percorso tutto da gustare che, di qui a qualche mese, potrebbe aprirgli grazie a un diploma l’immancabile portone che segue nelle aspettative di chiunque la chiusura di una porta.
«Rimpianti grossi non ne ho. Ho dato tutto per non averne nel momento in cui avrei detto basta e così è stato. Forse un po’ più di fortuna avrebbe potuto cambiare qualcosa, oppure trovare le persone giuste nel momento giusto. Alla fine smetto felice di quel che ho fatto: ho fatto tutto ciò che avrei potuto e, quindi, sono contento, senza rimpianti», conclude.
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