Matteo Della Bordella ce l’ha fatta. Lunedì scorso, insieme ai compagni Silvan Schüpbach, Symon Welfringer e Alex Gammeter, ha vinto una grande parete inviolata, a circa 300 chilometri da Tasiilaq, cittadina situata sulla costa est della Groenlandia. I quattro hanno aperto una nuova via di “1200 metri e 35 tiri con difficoltà che raggiungono il 7b”, secondo le scarne indicazioni fornite dallo stesso Matteo: per ora non si sa di più. Tutto era iniziato giovedì 11 luglio con la partenza dei quattro alpinisti per la Groenlandia. Arrivati a Tasiilaq, avrebbero dovuto iniziare la traversata di 300 chilometri in kayak, ma la partenza ha avuto non pochi problemi dovuti al ghiaccio che ostruiva la rotta. Dopo qualche giorno di “ferma”, la spedizione ha potuto prendere il via: «Che l’avventura abbia inizio – scriveva in quei giorni l’alpinista lecchese – Partiamo in direzione Sud verso Isortoq e poi speriamo che il ghiaccio ci lasci passare».
Sui kayak i quattro avevano 80 chili di materiale a testa, tra cibo e attrezzatura. Ma oltre al ghiaccio si è messo di traverso anche il maltempo: «Un uragano si è abbattuto su di noi con una violenza inaudita, - scriveva Della Bordella - una roba mai vista, speriamo smetta perché siamo fradici». Oltre all’uragano, che ha fatto ritardare la partenza a Della Bordella e compagni è stato il ghiaccio. «Oggi avrebbe dovuto essere il primo giorno di spedizione in Groenlandia – scriveva il 12 luglio il Ragno lecchese - e invece sono ancora qui a girare come un criceto per il lago Viverone. La verità è che insieme ai miei compagni di viaggio, Silvan, Symon e Alex, abbiamo deciso di posticipare la nostra partenza ( e di conseguenza anche il nostro ritorno) di una settimana esatta.
Non ci resta che avere pazienza. Sapersi adattare e avere pazienza sono due cose fondamentali per raggiungere grandi obiettivi. Siamo ripartiti con onde di tre metri, pazzesco! Ora siamo entrati nel fiordo e ci mancano una manciata di chilometri». E non era ancora finita perché il meteo e la natura selvaggia dei luoghi riservava altre sorprese per Matteo, che lasciava intravedere anche un certo sconforto: «Ormai stiamo per finire giorni e cibo a disposizione». Infatti, il gruppo durante l’ennesimo tentativo di scalare la parete è stato costretto a rinunciare a causa del «vento a 100 chilometri orari, e una scarica di sassi che ha tranciato una corda. Così siamo scesi. Nei giorni scorsi è venuto a farci visita un orso polare, era grosso e bianchissimo e appena ci ha visto è scappato. Faremo un ultimo tentativo da oggi a martedì».
E questo “ultimo tentativo” è andato a buon fine. La parete era stata individuata nel 2015 dallo scalatore americano Mike Libecki, che non era mai riuscito nemmeno ad avvicinarsi a causa del ghiaccio. Della Bordella e compagni l’hanno conquistata ed ora li aspetta il lungo viaggio di rientro.
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