Crippa firma una nuova impresa: da Lecco a Pisa, 343 chilometri di corsa

Gli imprevisti di una grande impresa sportiva? Possono costringerti a superare non solo i tuoi limiti, ma le tue previsioni; i tuoi stessi obiettivi. Bastano uno o più contrattempi.

Lo sa bene il nostro collega, il runner 58enne di Olginate Roberto Crippa che ieri sera alle 22.15 è arrivato in Piazza dei Miracoli a Pisa, dopo aver percorso – correndo e camminando velocemente, alcune notti anche senza dormire – ben più dei 320 chilometri che dovrebbero, nelle sue intenzioni, virtualmente unire il “Matitone” di Lecco (il campanile della Basilica di San Nicolò) alla Torre Pendente di piazza del Duomo a Pisa.

Partito dal piazzale della Canottieri Lecco giovedì scorso (alle 9) sotto la pioggia, ieri sera ha concluso la sua nuova impresa tagliando il traguardo dell’ex Repubblica Marinara, con qualche ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia che era stata inizialmente preventivata.

Il perché di questo ritardo sulla tabella di marcia? Lo spiegava lui stesso in alcune delle (anche intense) telefonate a cui ha risposto durante la notte precedente e la giornata di ieri.

«Il problema sono state le piogge di questi giorni che mi hanno costretto a fare deviazioni: in Emilia, prima di imboccare la Cisa ho trovato un ponte che non c’era più e ho dovuto tornare indietro e riprendere un’altra strada».

Non soltanto: «Altre volte nella notte ho sbagliato strada nelle indicazioni di Google Maps, che spesso segna sentieri che non esistono più. Così alla fine, mio figlio Olivier che solo a tratti mi segue in bici, mi ha spiegato che i km da 320 della ultratrail che avevo progettato sono diventati 338. Da qui il ritardo. Ma ce la farò lo stesso. Anche se il percorso si è allungato».

Questo dopo aver superato la Cisa nella notte fra sabato e domenica – «Non ho dormito, né fatto i miei micro-sonni – spiegava al mattino seguente, con evidenti i segni della sua stanchezza nella voce-; ho preferito muovermi, visto che già da tempo i piedi non li sento più. Il momento più brutto? Sotto la pioggia a Carvico, dopo poche decine di km. Giovedì quando sono partito pioveva a dirotto».

Ha visto il mare della Versilia nella tarda mattinata di ieri (Sarzana) per poi (ri)avviarsi verso Camaiore (passandovi alle 17) e Viareggio (intorno alle 18 di ieri) a circa 26 km dalla sua meta finale: la “Torre Pendente”.

Ormai unica tappa rimasta, già dopo l’imbrunire e dopo oltre 80 ore di sforzo (per larga parte solitario e senza dormire), quando però tutta la sofferenza era ormai dimenticata e lasciata alle spalle

«Rimane l’ultimo sforzo», ripeteva ieri sera come un mantra a una media di circa 4 km/h (dopo aver percorso già 320 km ininterrottamente) mentre il mare lo accompagnava. Verso Pisa, la Torre e il traguardo.

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