Salute
Sabato 26 Maggio 2012
Il colesterolo buono HDL?
Non aiuta nella lotta all'infarto
Uno studio americano getta un'ombra sul valore positivo nella prevenzione del rischio infarto, del cosidetto colesterolo "buono" HDL. Ma resta dimostrato che per abbassare il rischio cardiaco è necessario ridurre il colesterolo "cattivo" LDL
Il colesterolo buono (HDL) potrebbe essere meno efficace del previsto nel ridurre il rischio DI infarto. Lo sostiene uno studio su Lancet dal quale emergono forti dubbi sul fatto che aumentando le concentrazioni ematiche il rischio cardiaco effettivamente si riduca.
La ricerca è di Sekar Kathiresan del Massachusetts General Hospital di Boston. Mentre è ampiamente dimostrato che i farmaci che abbassano il colesterolo cattivo (LDL) riducono il rischio cardiaco, la 'bonta" di quello buono è solo documentata sulla base di studi epidemiologici ma nessuna relazione concreta di causa-effetto è stata dimostrata finora. Per capire se questa relazione esiste i ricercatori Usa sono ricorsi alla genetica osservando persone che sono geneticamente predisposte ad avere valori elevati di colesterolo buono nel sangue.
Se l'HDL veramente difendesse dall'infarto, allora le persone geneticamente predisposte ad averne tanto dovrebbero essere meno inclini all'attacco cardiaco. Ma niente di tutto questo è emerso osservando molte decine di migliaia di persone (20.913 casi di attacco cardiaco e 95.407 individui di controllo).
I fortunati che per motivi genetici avevano alti livelli di HDL nel sangue non sono risultati più protetti degli altri dall'infarto. In conclusione, alla luce di questo studio vacilla l'idea che aumentare il colesterolo buono (modificando gli stili di vita e/o assumendo medicine) faccia bene alla salute.
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