Cara Provincia,
chiedo ospitalità per una riflessione sulla legge per il salario minimo, da qualche tempo a questa parte mantra delle sinistre e della segretaria del Pd Schlein.
Forse la signora Schlein vive come Alice nel paese delle meraviglie. Ma davvero crede proprio che una legge sul salario minimo cancellerebbe, così come con un colpo di bacchetta magica, il fenomeno delle migliaia di lavoratori immigrati irregolari pagati 2-3 euro l’ora dal caporalato e dalle organizzazioni malavitose, o da quei micragnosi titolari di negozi o esercenti che offrono 70 euro a settimana in nero per 10 ore di lavoro al giorno (e hanno pure la spudoratezza di affermare che chi non accetta tali condizioni non ha voglia di lavorare)? Quanti ispettori del lavoro dovrebbe avere a disposizione la signora Schlein da mettere in campo per controllare e contrastare l’infinità di tali situazioni?
Se davvero si vuole che i salari aumentino, la strada da percorrere è ben altra. A partire dall’aumento della produttività delle aziende, messe in ginocchio da tasse e burocrazie da stato borbonico. Oggi la tassazione degli utili si aggira intorno al 60 per cento; bene, credo che se lo Stato si accontentasse del 30 per cento, che non è poca cosa, il restante, ripartito equamente tra lavoratori e azienda, porterebbe un po’ più di soldi nelle buste paga, con un conseguente maggior potere di spesa e incremento del PIL. Ma per le sinistre, PD e i signori Bonelli e Fratoianni, buoni veterocomunisti, chi crea lavoro e genera ricchezza è uno sfruttatore, ergo, da tassare senza pietà. E per quanto riguarda la burocrazia, provino un po’ i signori della sinistra ad aprire un bar. Posso personalmente documentare l’esperienza di un imprenditore della provincia di Vicenza, presso il quale ho svolto per qualche anno attività lavorativa, che per aprire un nuovo insediamento produttivo ha dovuto attendere 3 anni, fra notai (l’Italia è l’unico Paese dove per iniziare un’attività occorre sborsare qualche decina di migliaia di euro per far scrivere quattro parole su un foglio di carta bollata, che non si sa bene a cosa possa servire, ma la “corporazione” non molla!), Comune, Provincia, Regione, Stato, Comunità Montana, Enti Parco, Sovrintendenza, Belle Arti, vincoli paesaggistici, ASL, Vigili del Fuoco, e altro ancora; per contro, suo figlio, anch’egli imprenditore, ha deciso di aprire un’azienda in Austria e in soli 9 giorni ha potuto iniziare la sua attività. Hanno presente la signora Schlein e i signori della sinistra cosa significa per un’azienda in termini di costi 3 anni di ritardi? E infine, se non si ferma l’immigrazione clandestina irregolare, ci saranno sempre dei poveri disperati illusi da banditi senza scrupoli e incoraggiati da Ong disposti a lavorare per paghe da fame e condizioni di lavoro disumane dopo aver dissipato qualche migliaia di euro per un passaggio su una carretta del mare. E’ di oggi la notizia di un lavoratore clandestino che ha perso un braccio in un incidente e come ricompensa è stato abbandonato in strada. Bene, se questo lavoratore fosse entrato in Italia non da clandestino con un permesso di soggiorno e un regolare contratto di lavoro, credo che non staremmo a commentare una tale tragica notizia.
Grazie per l’ospitalità e cordiali saluti
Luigi Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA