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Lunedì 04 Febbraio 2013
Zampata leghista a Morbegno
Torna Bossi e inaugura la sede
Il vecchio leone è un po' appannato, ma ruggisce ancora, eccome, trascinando la platea che non risparmia le ovazioni mentre Umberto Bossi parla e se la prende con tutti
È arrivato puntualissimo sabato sera all'inaugurazione della nuova sede morbegnese della Lega Nord, da cui riparte la controffensiva valtellinese per la conquista del Pirellone, di Roma e nel 2014 anche della cittadina del Bitto, da quasi vent'anni in mano al centrosinistra. Un fortino inespugnato, al quale la Lega dichiara guerra, come ai vecchi tempi, anche se il consenso non è lo stesso dopo lo scandalo Belsito.
«Abbiamo capito che qualcosa non andava quando il nostro amministratore ha cominciato a fare investimenti a Cipro - così il presidente federale della Lega - gli abbiamo detto di restituirci i soldi, altrimenti lo avremmo cacciato. I soldi sono arrivati, ma poi la macchina del fango ci ha attaccato, con ferocia, e così sono cominciate le difficoltà. Ma adesso è tempo di ripartire e di riconquistare la Lombardia con Maroni che riuscirà a fare la macroregione, l'abbiamo già in tasca, ci sono gli strumenti per farla, basta solo vincere». Bossi se la prende con Monti, ovviamente, non lesina critiche al professore, reo di aver accompagnato l'Italia e gli italiani verso il baratro. E se la prende con l'Europa: «Abbiamo salvato l'Irlanda e poi la Grecia con i nostri soldi e si sono arricchite Francia e Germania, ma il nostro professore non ha avuto il coraggio di chiedere la restituzione del nostro denaro per l'Italia».
E sulla situazione economica e la difficoltà delle famiglie e delle imprese, il leader del Carroccio si scaglia ancora contro la politica fiscale del governo Monti e la riforma del lavoro del ministro Fornero: «Con tutte queste tasse le famiglie non hanno più un soldo da spendere e così i pensionati, ma anche gli esodati che si trovano in una situazione assurda. Va rilanciata l'economia, i giovani vanno assunti con contratti a tempo indeterminato, basta con il precariato, va ripresa in mano la nostra riforma sul federalismo per la quale manca una legge attuativa, e lo potremo fare soltanto con la tenaglia lombardo-romana, andando a votare per la nostra lista sia in Regione che per il governo nazionale».
Il popolo padano annuisce ed applaude, Bossi non delude le aspettative anche se all'inaugurazione assiste un centinaio di militanti, forse qualcuno in più al comizio che segue, nel quale intervengono il presidente della provincia Massimo Sertori, il segretario provinciale Narciso Zini, il candidato della Lega alle regionali Ugo Parolo e Jonny Crosio, che correrà invece per il Senato.
«Nelle nostre liste non abbiamo messo i professoroni, i laureati, ma la gente semplice - ha concluso Bossi - la gente che ha creato e ha lavorato per la Lega, perché l'Italia si governa con la testa, ma soprattutto con il cuore e il buon senso».
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