Cronaca
Giovedì 10 Marzo 2016
Voto diretto per la Provincia, Belluno la rivendica a Roma
Parole tante in Valle, con un dibattito che è tornato ad accendersi sull’allargamento dei confini secondo quanto ipotizzato da Roberto Maroni, nella provincia gemella si provano a fare i fatti. E a rivendicare i diritti di un territorio con caratteristiche peculiari riconosciute dalla legge Delrio.
Nei giorni scorsi una delegazione del Bard bellunese, gli autonomisti del territorio interamente montano al pari di Sondrio, ha incontrato i vertici del Partito democratico nazionale per rivendicare l’elettività diretta dell’ente. Un tavolo di confronto fortemente voluto e reso possibile dall’impegno del parlamentare trentino Lorenzo Dellai, alla luce dell’accordo siglato lo scorso maggio dallo stesso Bard e dal governo per il ritorno all’elettività.
Un primo, «timido passo»come viene definito che non ha ancora portato a nulla, ma che, pur in assenza di accordi specifici, potrebbe aprire la strada anche a soluzioni per Valtellina e Valchiavenna. «Una delle soluzioni messe sul piatto è quella legata alla legge elettorale e di costituzione delle città metropolitane, che dal prossimo anno dovrebbero entrare regolarmente in attività. - spiega Bona -. Le città metropolitane, così come le province, con la legge Delrio diventerebbero enti di secondo grado, ma tramite il loro statuto possono essere “riconvertite” in realtà elettive; questo può accadere però solo in presenza di una legge elettorale approvata dallo Stato. In questo caso, si potrebbe allargare questa possibilità anche alle province interamente montane confinanti con stati esteri, portando così finalmente al rispetto dell’accordo». Un passaggio chiave quest’ultimo per il futuro di Valtellina e Valchiavenna
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