Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 06 Maggio 2017
Votanti primarie in netto calo, «così si perdono le elezioni»
Un milione di elettori persi a livello nazionale - «e che elettori, quelli motivati che si mettono in fila per condividere un progetto politico e un leader» -, pressoché dimezzati in provincia e poco meno a livello regionale.
Ce n’è abbastanza perché chi crede davvero nel Partito democratico, al punto da averne favorito la nascita ed averlo sempre sostenuto pur nell’indipendenza di pensiero, provi a mettere in campo una riflessione politica approfondita, che vada oltre i toni trionfalistici del gruppo dirigente.
È Angelo Costanzo, già segretario provinciale ed ex consigliere regionale, ad esprimere perplessità per quanto uscito dalle urne di domenica e in vista dell’assemblea nazionale di Roma, quella che ratificherà la segreteria Renzi.
«Dopo domenica userei toni meno trionfalistici nel valutare i risultati - dice subito -. Smettiamola di paragonare la partecipazione democratica delle primarie del Pa a quella del web dei cinque stelle e di parlare sempre di trionfi. Sono due concetti totalmente diversi di democrazia partecipativa. Serve meno arroganza è più lucidità nell’analisi del voto anche perché l’esito non cancella le sconfitte e gli errori fatti dal gruppo del Pd. La riconferma di Renzi era scontata, ma qui il vero tema è vincere le “secondarie”, le elezioni politiche. Per farlo mettere la testa sotto la sabbia non aiuta». Non serve cioè non leggere i numeri delle urne di domenica. «Da quel voto - prosegue Costanzo - emerge un quadro preoccupante per il Pd. Su questo e sul clima politico bisogna avere il coraggio di dire qualcosa se vogliamo salvare il progetto del partito.Non possiamo continuare ad archiviare sconfitte facendo finta di niente».
«La rilegittimazione di Renzi - dice - non fa venire meno la distanza che abbiamo con il Paese. Le primarie e il nostro congresso non fanno venire meno le difficoltà del Pd, anzi il risultato, in termini di partecipazione rispetto al passato, ha certificato la distanza tra noi e il nostro popolo di riferimento».
Difficoltà che per l’ex segretario non sono da ascrivere soltanto alla sconfitta referendaria «che, in ogni caso, avrebbe dovuto portare ad un’analisi più approfondita», ma che si erano già manifestate con le precedenti amministrative «quando il Pd ha perso quasi un milione di voti». «È mancata la lucidità politica perché c’era la necessità mediatica di vendere trionfi su trionfi».
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