Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 21 Agosto 2021
Vipera in auto e rettili
«Pantaloni o calze lunghe
così non sono più letali»
I consigli dell’esperto: più letali le zecche
Il susseguirsi di avvistamenti di rettili, siano saettoni o vipere, può indurre a pensare che ve ne siano in numero maggiore rispetto agli anni scorsi, e che, di conseguenza, occorra alzare il livello di guardia in termini di attenzione e prudenza.
Tuttavia, nonostante su queste ultime non si debba, mai, abdicare, quando ci si muove in natura, la sensazione di trovarsi di fronte ad un preoccupante sovrapopolamento è fuori luogo.
Parla l’esperto Bassi
«Semplicemente ci capita di vedere di più, questi animali, nel caso nostro, biacchi (la classica biscia, ndr), saettoni, e vipere nel periodo tardo primaverile-autunnale in cui sia noi, sia loro, trascorriamo più tempo all’aperto - dice Enrico Bassi, ornitologo del Parco Nazionale dello Stelvio, ma che, di rettili, certamente si intende -, ma, sia chiaro, quello che noi vediamo è una minima parte di quanto, il bosco, nasconde, perché la maggior parte degli animali, rettili in primis, ci temono tantissimo, per cui, pur presenti, restano invisibili ai nostri occhi. Per loro, noi, siamo il grande predatore, il principale nemico, per cui, ci sentono, ci guardano, ma stanno nascosti e, mai, ci aggredirebbero».
Salvo il caso in cui l’animale non si senta minacciato e, può succedere in pochi, rari, casi.
«Ad esempio, quando, sbadatamente - dice Bassi - transitiamo per un sentiero senza avvederci della presenza del rettile, che, soprattutto, se ancora intorpidito, cioè nelle prime ore del mattino, quando esce dalla tana, fra le 9 e le 10, oppure al crepuscolo, non ci percepisce e noi, a nostra volta, non percepiamo lui, e, possiamo calpestarlo, anche solo parzialmente, ma quanto basta perché reagisca».
Più morti per zecche
«E’ la situazione classica in cui una vipera ci può mordere, per reazione a quella che percepisce come una minaccia e, in tal caso, a fare la differenza è il fatto che noi si indossi una scarpa alta alla caviglia, e un paio di calzettoni al ginocchio. Anche i pantaloni lunghi, nel bosco, non guastano, perché, un abbigliamento di questo tipo fa sì che un morso di vipera, di fatto, quasi si neutralizzi».
«L’animale adulto - precisa -ha denti lunghi un centimetro, per cui, vale la pena di “prendere le misure” e cautelarsi con calzari idonei, a scanso di equivoci.
«Sapendo, però, che, per morso di vipera, raramente, si muore - ricorda Bassi - o si riportano conseguenze gravi. Si può parlare di un caso all’anno, sul territorio nazionale, mentre, per morso di zecca, dal quale, pure, ci si ripara con calzettoni e pantaloni, si contano dai 5 ai 15 casi di morte l’anno, in Italia. Tuttavia, in caso di morso, occorre stare fermi, non farsi prendere dal panico, per non aumentare il battito cardiaco e la circolazione del veleno nel sangue. Occorre chiamare i soccorritori e attenderli, senza muoversi. Difficilmente, ripeto, una persona sana, riporta conseguenze, diverso il caso, di una persona fragile o molto piccola».
A parte i biacchi e i saettoni, del tutto innocui, fanno parte della fauna lombarda, quanto a rettili, due specie di vipere, «la Vipera aspis - dice Bassi - che troviamo dal fondovalle a quota 2200, e la Vipera berus, il marasso, più alpino, che si trova fino a 2500 metri, salvo un avvistamento eccezionale, a 2.950 metri, in Trentino. Animali territoriali, a sangue freddo, e che amano, quindi, le aree soleggiate, poste a sud, sud-est, sud-ovest, brulle, rade, rocciose, ma anche prati sfalciati».
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