Violenza in famiglia, una serata per far luce sul fenomeno

«Ogni bambino ha diritto alla salute e a una vita priva di violenza». è questo il messaggio al centro della serata “Le fondamenta della violenza”, organizzata a Palazzo Falck da Appello per Lecco. Tre relatrici d’eccezione hanno offerto ai presenti tre punti di vista diversi su una dinamica grave: la “violenza assistita”, ovvero il coinvolgimento dei bambini in episodi di violenza domestica. «La violenza assistita pregiudica il presente e il futuro delle nuove generazioni», ha ricordato Marialuisa Reatti, responsabile pari opportunità di Appello per Lecco. Spesso, il bambino è coinvolto negli abusi subiti dalla madre prima ancora di nascere.

«La violenza – ha evidenziato la dottoressa Luisa Fornaro, di professione ostetrica – è una malattia sociale presente in forma endemica in tutti i paesi del mondo. Una donna su quattro è vittima di violenza durante la gravidanza». In questa fase così delicata, spesso gli abusi da parte del maltrattante si intensificano proprio perché la donna è più vulnerabile. «Per le donne tra i 15 e i 44 anni – ha concluso Fornaro – la violenza domestica è una delle principali cause di morte in gravidanza, seconda solo all’emorragia. Il tasso di ospedalizzazione tra le donne che subiscono abusi mentre portano il bambino in grembo è doppio rispetto alla media delle donne in gravidanza, nonostante solo il 23% delle donne picchiate si rivolge all’ospedale».

Il persistere degli abusi anche dopo il parto può minare alla radice la crescita e lo sviluppo del figlio. «Per un bambino la violenza domestica rappresenta un grave trauma. – ha sottolineato Marina Zabarella, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta – Simili situazioni fanno perdere al figlio ogni punto di riferimento e possono compromettere la sua capacità di vivere le relazioni sociali in futuro. Tra i sintomi più diffusi nei piccoli che assistono agli abusi del padre sulla madre ci sono deficit nella crescita, ritardi nello sviluppo psicomotorio, disturbi nella sfera psicologica».

Tanto più il bambino è piccolo quanto più gli effetti del trauma sono pervasivi. Proprio per questo motivo, nell’ordinamento giuridico italiano sono presenti una serie di misure tese a tutelare il minore. «La condotta dei genitori – ha spiegato l’avvocato Lorella Castagna - può avere conseguenze sulla loro responsabilità parentale. Ogni limitazione, fino alla decadenza dalla potestà genitoriale, dev’essere intesa non come una misura punitiva ma come un tentativo di far capire agli adulti che certi comportamenti non devono essere reiterati».

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