Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 14 Settembre 2015
«Vino che vale
e viticoltori sfruttati»
Il presidente di Coldiretti Sondrio: «Non si arriva neanche a coprire i costi, non è più tollerabile»
«Se dobbiamo tutelare la denominazione, non possiamo prescindere dalla tutela di chi sta in vigna»
«Ci sentiamo braccianti cinesi, sfruttati!». È il grido che si leva dai viticoltori valtellinesi, quelli che conferiscono le loro uve a produttori, rei, a loro avviso, di praticare un prezzo non più “sostenibile”.
«Non si arriva neanche a coprire i costi – rilancia Alberto Marsetti, presidente Coldiretti Sondrio – e questo non è più tollerabile. Non lo era prima, per i nonni e per i genitori, men che meno lo è adesso per i loro nipoti e figli, giovani sui trent’anni che si sono rivolti in gruppo, una ventina, ai nostri uffici, dati alla mano, per reclamare una giusta ricompensa al proprio lavoro in vigna e a quello dei loro famigliari. E non si pensi che dir venti significhi parlare di una minoranza, perchè sono rappresentativi di quasi tutto il mondo della viticoltura locale, quello fatto di conferitori di uve, pari a 1.800, oggi, contro i 3.000 della fine degli anni ’90».
Gente che ha resistito a tutte le trasformazioni imposte dal mercato e dal riconoscimento di una serie di prestigiose denominazioni di origine ai nostri vini, ciò che ha significato anche cambiare il lavoro in vigna, adeguarsi a nuovi parametri, sempre più puntuali e stringenti.
E per martedì si stima che almeno cinquecento operatori del settore andranno a Milano per partecipare alla giornata dell’Expo dedicata all’agricoltura italiana.
Tutti i dettagli nella pagina speciale su “La Provincia di Sondrio” in edicola lunedì 14 settembre.
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