Vinitaly, l'orgoglio dei piccoli
per raccontare la Valle

Tra i protagonisti a Verona c'è anche Giorgio Gianatti, di Montagna in Valtellina

MONTAGNA IN VALTELLINA - Non solo grandi cantine. A Vinitaly, il salone internazionale del vino al via oggi a Verona, c'è spazio anche per i piccoli produttori.
Come Giorgio Gianatti, della omonima azienda agricola fondata nel 1980 in località Ca' Paini a Montagna in Valtellina. Nella vigna Sassina, la famiglia Gianatti continua da generazioni la tradizione della coltivazione della vite.
Giorgio, 50 anni, sposato e padre di una bambina di 11 anni, ha lavorato da sempre nell'azienda di famiglia - che fino agli anni novanta produceva anche formaggi - producendo vino che poi vendeva alle aziende.
Nell'83 la decisione di provare a mettersi sul mercato con un'etichetta propria, pur continuando a conferire parte del vino a un'azienda vinicola.


«Per una questione economica, ma anche per soddisfazione personale - sottolinea -. Perché con i sacrifici e la fatica che richiede la vigna arrivare ad avere un'etichetta mia l'ho sempre considerato un traguardo importante».
«Un rischio, ma anche un investimento. Un paio d'anni prima di me ha iniziato a imbottigliare il suo vino un mio vicino, <+nero>Leusciatti<+tondo>, che è stato un po' il mio maestro. E dopo di noi ha iniziato <+nero>Alberto Marsetti<+tondo>».
Invidie? Rivalità? Affatto. «In questo mestiere quando si è così piccoli c'è bisogno di darsi una mano uno con l'altro - aggiunge Gianatti -. Mi occupo personalmente di tutte le fasi della lavorazione e della commercializzazione. Quando si arriva alla vendemmia mi organizzo con un altro collega e ci aiutiamo a vicenda, mentre per la parte amministrativa mi appoggio a Coldiretti. Mi piace lavorare la vigna ma rispetto ad anni fa ora c'è molta più burocrazia e da solo non riuscirei a seguire tutto».


La produzione media annua di Gianatti è di 130 ettolitri di vino, 75-80 dei quali vengono imbottigliati come Grumello e Rosso di Valtellina. Alla fine di quest'anno dovrebbe essere imbottigliato anche un vino nuovo, annata 2010, ottenuto con uva messa in cassetta e lasciata appassire un mese e mezzo prima di lavorarla.
«Non uno sforzato - specifica -: vedremo se fare un'etichetta Grumello riserva o inventare un nuovo nome».
Ad oggi le bottiglie di Gianatti vengono vendute per lo più in Lombardia e Veneto, con qualche cliente anche in Svizzera e Germania. Vinitaly resta comunque una vetrina importante anche per una piccola realtà aziendale. «C'ero già stato un paio di volte anni fa. Ora ho deciso di tornarci. Presentarsi con il Consorzio, compatti e con l'immagine di tutta la Valtellina è un modo per farsi conoscere ma soprattutto rinsaldare i contatti che ho al di fuori del territorio provinciale - sottolinea -. Partecipando a serate di degustazione dei nostri vini con altri produttori valtellinesi ho avuto modo di avere contatti anche con il Nord Europa. Mi hanno chiesto dei preventivi addirittura dalla Cina, proponendomi di partecipare a serate e eventi in quel paese. Figuriamoci... - aggiunge sorridendo - Mi costerebbe più il viaggio di quel che potrei guadagnare. E poi mercati grossi come quello chiedono numeri che non riuscirei neppure a soddisfare con la mia cantina. Quanto meno da solo. Chissà, magari accordandoci tra piccoli produttori... Ma per ora i miei obbiettivi sono più vicini a casa».

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