Vendevano “auto fantasma” su internet. I titolari del Garage Boffi di Chiavenna utilizzati a loro insaputa dai malviventi

«Secondo le forze dell’ordine siamo stati presi di mira». Incredibile il racconto dei titolari del Garage Boffi di Chiavenna. Vittime, ma non le sole, di una truffa dai contorni veramente particolari. La questione è emersa in queste settimane quando all’officina di viale Risorgimento sono arrivate, o hanno chiamato, le prime persone intenzionate a prelevare l’automobile per la quale avevano pagato una caparra. Peccato che all’officina non fosse mai arrivata nessuna caparra.

Anzi, le automobili in questione non erano nemmeno tra quelle messe in vendita. Subito ci si è accorti che qualcosa non quadrava. Anzi, più di qualcosa: «Il reato del quale siamo vittime – spiegano dall’officina – è quello di “sostituzione di persona”. In pratica qualcuno è intervenuto in contrattazioni per la vendita di mezzi spacciandosi per nostri emissario o intermediario. Offrendo un prezzo inferiore a quello presente negli annunci on-line e inviando documentazione con tanto di timbro contraffatto, numero di partita Iva e indirizzo. Chiedendo, ovviamente, una caparra».

E qualcuno ci è cascato completamente. Sembra incredibile, ma c’è stata gente che ha versato caparre di qualche decina di migliaia di euro per accaparrarsi automobili, si parla di mezzi di una certa portata, nemmeno mai viste: «Siamo stati contattati da persone affrante, ma noi non abbiamo niente a che vedere con questa truffa. Siamo dispiaciuti. Ci chiediamo, però, come sia possibile credere a persone che offrono la stessa automobile a 10 mila euro meno del prezzo esposto nell’annuncio senza vedere il mezzo. Ci siamo rivolti immediatamente ai Carabinieri, che ci hanno detto che siamo stati presi di mira».

Come si inseriscono i truffatori in trattative che sono private è abbastanza facilmente intuibile. Basta pensare, ma è solo un esempio, al marketplace di Facebook. Tutto avviene tramite cellulare, ovviamente mai di persona. L’unica speranza, ma non è affatto detto purtroppo, per i malcapitati di avere indietro i propri soldi è quella che i malviventi vengano individuati e presi:

«Noi – concludono dal Garage Boffi – non abbiamo nemmeno un sito internet o pagine social. Chi vuole concludere l’acquisto di un’automobile deve obbligatoriamente venire in garage». Nel tentativo, questa volta non andato in porto, di raggiro anche un cittadino valchiavennasco. Lui, però, comprensibilmente, la macchina è voluto andare a vederla direttamente in garage. Scoprendo subito, ma già qualche sospetto lo aveva avuto, che si trattava di una truffa.

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