Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 15 Novembre 2018
Vendemmia d’oro: «Possiamo fare un salto di qualità»
Il presidente Rainoldi: «Livello davvero alto. È il momento di riposizionare i nostri vini sul mercato». Drocco: «Questo territorio va raccontato».
Una vendemmia che si può definire «davvero straordinaria» per qualità delle uve e «quantità generosa», per un’annata che rappresenta «una grande opportunità» per tutto il mondo del vino valtellinese. «È il momento di fare il salto di qualità, di riposizionare i vini di Valtellina sul mercato, forti di questa quarta vendemmia di alto livello».
Parola del presidente del Consorzio di tutela vini Aldo Rainoldi, che insieme al vice Giampaolo Carnazzola e al componente del consiglio Danilo Drocco – direttore di cantina alla Nino Negri – traccia un bilancio molto positivo della raccolta conclusa da poco. «Le uve quest’anno presentano tenori zuccherini veramente da record – sottolinea Rainoldi -, una qualità anche superiore a quella registrata nel 2017, con uva sana e giunta a piena maturazione, ma anche con una quantità generosa. È una vendemmia che dà ossigeno alle imprese agricole e insieme alle annate precedenti rappresenta un’occasione importante per fare un salto di qualità e dare un posizionamento nuovo ai vini di Valtellina». Un’opportunità su cui il Consorzio ha intenzione di lavorare insieme a tutte le aziende iscritte, case vinicole e produttori, per far crescere e valorizzare come merita l’intero settore.
«Dobbiamo raccontare in modo nuovo la nostra realtà – spiegano Rainoldi, Carnazzola e Drocco -, creare una maggiore consapevolezza sul territorio e costruire una crescita culturale, diffondendo la consapevolezza che sul versante retico si producono vini diversi da tutti gli altri. E sono vini di qualità, adatti a tutti, inclusivi, come ci piace definirli. In Valtellina il vino è ancora fatto in maniera artigianale e questa è una realtà unica rispetto a tanti altri territori».
Sono aspetti a cui gli appassionati e il pubblico prestano sempre più attenzione, evidenzia il presidente del Consorzio, e proprio per questo il mondo vitivinicolo locale può far valere le proprie caratteristiche sui mercati. Ma l’opportunità non riguarda soltanto le imprese di questo settore.
«La sfida è costruire una rete – sottolinea ancora Rainoldi -, far crescere il sistema in modo che i visitatori trovino il territorio pronto a rispondere alla richiesta di qualità e unicità. Per questo dobbiamo proporci e relazionarci sempre più con il mondo del turismo, per creare dinamiche positive per l’intero territorio». Positivi, intanto, sono anche altri dati del settore vinicolo, che gli operatori puntano a consolidare in modo stabile per il futuro.
«Per il quinto anno consecutivo il prezzo delle uve è aumentato – afferma Rainoldi -, per alcune zone in modo significativo, per la qualità e perché le case vinicole vogliono dare un segnale importante ai produttori. L’obiettivo è fare in modo che il prezzo non crolli in caso di vendemmie meno positive, ad esempio inserendo dei parametri legati all’attenzione verso l’ambiente e alla riduzione dei trattamenti chimici, o alle buone pratiche nella viticoltura».
Ma sul tavolo ci sono anche temi che investono aspetti diversi, vedi i possibili interventi per contrastare l’abbandono dei vigneti o per sostenere le nuove imprese avviate da giovani nel mondo della viticoltura, questioni su cui nei prossimi mesi il Consorzio ha intenzione di lavorare con attenzione.
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