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Mercoledì 03 Agosto 2011
Valmadrera: in Husqvarna
lavoratori in cassa
L'Husqvarna di Valmadrera risente del calo stagionale e chiede cinque settimane di cassa integrazione ordinaria, per coprire la riduzione delle commesse subita a luglio e che influirà negativamente sul ciclo produttivo dei prossimi mesi.
Per far fronte alla crisi momentanea l'azienda ha chiesto e ottenuto l'avvio di una procedura di cassa integrazione ordinaria a zero ore destinata a tutti i cento dipendenti rimasti in forze allo stabilimento di Valmadrera.
Preoccupati i sindacati che da tempo avevano avanzato il sospetto che, l'eliminazione della linea di produzione di motoseghe avrebbe provocato un calo eccessivo della produzione: "I nostri timori erano fondati - dice Rino Maisto della Fiom Cgil di Lecco - oggi l'Husqvarna di Valadrera è un'azienda monoprodotto, perché realizza solo tagliaerbe, un utensile stagionale che subisce uno stop produttivo in autunno. Per far fronte a questo calo l'azienda è dovuta ricorrere alla cassa integrazione ordinaria. Contiamo che la produzione possa ripartire in ottobre. Tuttavia continuiamo a sostenere la necessità di avviare una seconda produzione, non stagionale per garantire un ciclo industriale continuo per questa azienda, che oggi conta 105 dipendenti. Con l'avvio di altre produzioni - rimarca il sindacalista - si garantirebbe una continuità della produzione e dei livelli occupazionali". A settembre, in base agli accordi presi al tavolo provinciale, inizierà un confronto tra il management di Husqvarna e i sindacati, in rappresentanza dei lavoratori, per definire un nuovo sistema gestionale produttivo e migliorare l'attività delle linee di montaggio: "Oggi ci sono delle situazioni di sovraccarico di lavoro - sottolinea il sindacalista dei metalmeccanici della Cgil - che stanno provocando disagi, anche fisici, per le maestranze. Il tentativo di discutere con la proprietà di queste problematiche era già stato intrapreso in primavera, ma non era andato a buon fine. Speriamo che questa sia la volta buona", conclude Maisto.
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