Valmadrera: fai da te
per le acque meteoriche

La rete comunale delle cosiddette "acque bianche" - cioè, perlopiù piovane - non è più in grado di rispondere all'impatto delle sempre più numerose abitazioni e attività: si ritorna, così, al passato e tutti sono chiamati in causa dal nuovo regolamento. In altre parole si torna ai pozzi

VALMADRERA Chi fa da sé, fa per tre: i cittadini provvedano dunque a smaltire i propri scarichi.

La rete comunale delle cosiddette "acque bianche" - cioè, perlopiù piovane - non è più in grado infatti di rispondere all'impatto delle sempre più numerose abitazioni e attività: si ritorna, così, al passato e tutti sono chiamati in causa dal nuovo regolamento, recentemente approvato per «disciplinare la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche».

Tanto per semplificare: sono quelle provenienti da piazzali, grondaie e qualsiasi superficie privata su cui la pioggia possa scorrere per poi immettersi nei tombini. Il Comune alza bandiera bianca: «Non possiamo garantire l'integrale smaltimento tramite la rete pubblica», fa sapere il sindaco Marco Rusconi.
 
Lo sanno bene tante famiglie - a cominciare da quelle di via Trieste - sistematicamente allagate; forse c'è lo zampino anche dell'eccessiva cementificazione, che ha moltiplicato le «superfici impermeabili private», come vengono definite tecnicamente: in sostanza, scarseggiano terreni liberi e prati dove le acque potevano prima disperdersi tra erba e suolo.

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