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Lunedì 10 Settembre 2012
Valmadrera: fai da te
per le acque meteoriche
La rete comunale delle cosiddette "acque bianche" - cioè, perlopiù piovane - non è più in grado di rispondere all'impatto delle sempre più numerose abitazioni e attività: si ritorna, così, al passato e tutti sono chiamati in causa dal nuovo regolamento. In altre parole si torna ai pozzi
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La rete comunale delle cosiddette "acque bianche" - cioè, perlopiù piovane - non è più in grado infatti di rispondere all'impatto delle sempre più numerose abitazioni e attività: si ritorna, così, al passato e tutti sono chiamati in causa dal nuovo regolamento, recentemente approvato per «disciplinare la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche».
Tanto per semplificare: sono quelle provenienti da piazzali, grondaie e qualsiasi superficie privata su cui la pioggia possa scorrere per poi immettersi nei tombini. Il Comune alza bandiera bianca: «Non possiamo garantire l'integrale smaltimento tramite la rete pubblica», fa sapere il sindaco Marco Rusconi.
Lo sanno bene tante famiglie - a cominciare da quelle di via Trieste - sistematicamente allagate; forse c'è lo zampino anche dell'eccessiva cementificazione, che ha moltiplicato le «superfici impermeabili private», come vengono definite tecnicamente: in sostanza, scarseggiano terreni liberi e prati dove le acque potevano prima disperdersi tra erba e suolo.
Tutti i dettagli nel servizio su "La Provincia di Lecco" in edicola martedì 11 settembre.
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Gli allagamenti dello scorso marzo in via Trieste