«Valmadrera è un’area critica

Fermiamo il forno inceneritore»

Affollato incontro con il Coordinamento rifiuti zero introdotto dal sindaco di Civate

Il picco delle polveri sottili registrato a inizio anno e l’iter che a Busto Arsizio ha portato allo stop

Civate

C’è forse uno spiraglio – per chi così la pensa – di fermare il forno di Valmadrera anziché prolungargli la vita ammodernandolo e dotando del controverso teleriscaldamento.

Di tutto questo (e dell’investimento sull’impianto, «previsto in 70 milioni di euro») si è parlato l’altra sera, in municipio, nella partecipata assemblea del “Coordinamento rifiuti zero” introdotta dal sindaco di Civate, Baldassare Mauri.

L’intervento di Marco Caldiroli, di “Medicina democratica” - approfondito da Roberto Fumagalli, del “Circolo Ilaria Alpi” - ha fatto emergere l’iter già seguito a Busto Arsizio, «rendendone antieconomico l’adeguamento tecnologico e così portandolo, di fatto, alla chiusura».

L’elevata emissione di ossidi d’azoto, tra i principali inquinanti dell’aria: là cittadini e associazioni hanno fatto leva sul riconoscimento di «area critica» da parte della Regione per ottenere un limite perentorio che anche per Valmadrera esiste, ma è solo indicativo: da qui l’idea esposta (insieme a molto altro) l’altra sera, di muovere l’opinione pubblica per «ottenere la revisione dell’autorizzazione ambientale», rilasciata recentemente dalla Regione «ma pur sempre prima che emergessero criticità come – ha ricordato qualcuno tra il pubblico – il picco delle polveri sottili registrato a inizio anno, finito su tutti i giornali».

Tutti i dettagli nell’ampio servizio su “La Provincia di Lecco” in edicola domenica 28 febbraio.

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