«Valmadrera è un punto di riferimento»: lo dice anche lo sceriffo De Capitani

Che tinte ha la pubblica amministrazione? Cinque sindaci hanno contribuito con sfumature diverse l’altra sera al dibattito, nel centro “Fatebenefratelli”, organizzato dal centrosinistra; la pennellata finale è stata del sindaco leghista di Pescate, Dante De Capitani, arrivato a scena aperta per affermare: «Valmadrera è il punto di riferimento di tutto il territorio per merito del sindaco uscente Antonio Rusconi. Valmadrera è, per lui, la figlia che non ha avuto, come io stesso considero Pescate mio figlio. Inoltre, tutto il circondario, con Rusconi presidente della conferenza dei sindaci del Lecchese, ha portato a casa tanto: insieme abbiamo fatto valere le esigenze del territorio, per esempio il quarto ponte; se non si ha amore per il territorio, non si può fare il sindaco».

Mauro Gattinoni, sindaco di centrosinistra di Lecco, ha rivolto consigli al candidato di “Progetto Valmadrera”, Cesare Colombo: «Il sindaco deve avere consapevolezza che il tutto è superiore alle parti: serve lo sguardo d’insieme, che va oltre il contentino a tutti; si conquistano le persone spiegando il perché delle scelte. La comunità è più grande del Comune e nessuno basta a se stesso: dal turismo, all’acquedotto, al gas».

Eppure, per Giuseppe Conti (prossimo al terzo mandato a Garlate) «esiste la solitudine del sindaco: è quando ti accorgi che la buona volontà non basta, né i colpi di genio. Il sindaco è colui che, quando le esigenze pervengono di bocca in bocca, non può passarle a nessun altro e deve trovare sempre la forza di combattere. Fare rete tra sindaci permette di guardare al di là del muro che pare insormontabile, ma sarebbe sbagliato pensare che gli ideali non c’entrino con la concretezza dell’amministrare: anzi, tracciano la rotta; sostenere la raccolta differenziata presuppone un pensiero ecologico, così come i servizi alla persona si fondano su valori che ispirano il governo dei bisogni sociali».

Anche per il sindaco di Galbiate, Giovanni Montanelli, «non si può scindere la personalità: per me, le convinzioni di tipo religioso sono fondanti dell’azione politica. Con Rusconi e Colombo condivido valori anche religiosi. Inoltre, credo nelle aree decisionali: il sindaco non è l’amministratore condominiale, che cura benissimo il proprio palazzo al centro di un quartiere magari in rovina; la qualità della vita è necessariamente sovracomunale e per questo è doveroso fare rete tra sindaci, ma in dialogo costante, al di là delle convinzioni politiche, anche con la Provincia - di centrodestra - perché la sicurezza, la salubrità dell’ambiente, la viabilità, i trasporti: tutto è interconnesso».

Flavio Polano, già presidente proprio della Provincia e sindaco di Malgrate, ha messo altresì l’accento sulla squadra: «Gli assessori sono la forza del sindaco, oltre all’unione dei servizi, per esempio la polizia locale: una decina di agenti per quattro Comuni che, altrimenti, neanche avremmo; infatti, la Costituzione riconosce le autonomie locali, in realtà sempre meno autonome. Il sindaco arriva in municipio con le idee e il funzionario gli spiega che non si possono attuare. L’Italia è il Paese delle innumerevoli norme, giuridicamente perfette e concretamente inattuabili. Per giunta, le risorse economiche sono sempre più esigue, quelle umane vincolate e i limiti burocratici rigidissimi

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