Cronaca / Circondario
Giovedì 13 Dicembre 2018
Valgreghentino, strano caso dei brasiliani
In due anni diciotto cittadinanze
I sudamericani dimostrano di avere antenati italiani e presentano le pratiche
Documenti già tradotti e abitazione a disposizione, sempre la stessa, dove restano tre mesi
Dal Brasile a Valgreghentino per diventare Italiani.
C’è un curioso filo diretto, tra la grande nazione sudamericana e il piccolo comune attraversato dal torrente Greghentino. Da un paio di anni infatti, si è assistito a un notevole incremento di cittadini brasiliani che arrivano proprio qui e dopo aver espletato tutta una procedura precisa e dimostrato di avere nel proprio albero genealogico un antenato italiano, ottengono in poco tempo la cittadinanza italiana, grazie al diritto dello “iure sanguinis”.
Ben 18 solo dal 2017 ad oggi. Prima del 2017, nessun altro brasiliano aveva fatto richiesta a Valgreghentino. Non si tratta di un traffico illegale, si badi bene. Tutto pare essere fatto a norma di legge. Abbiamo raccolto voci sulla strana presenza di nativi del Brasile e dall’ufficio anagrafe e dell’amministrazione comunale, abbiamo trovato conferme.
Il sindaco Sergio Brambilla, con i dati alla mano, conferma: «Nel 2017, otto cittadini brasiliani hanno ottenuto qui da noi, la trascrizione del proprio atto di nascita, sul registro dell’anagrafe comunale. Nel 2018, sono state sei e c’è un iter in corso per altre quattro. Questi nuovi cittadini hanno ottenuto la cittadinanza italiana non per attribuzione, ma per trascrizione, sulla base dello “iure sanguinis”, come previsto dalla legge».
La procedura è abbastanza semplice. Probabilmente con l’aiuto di qualche mediatore, cittadini brasiliani arrivano dal lontano Sud America a Valgreghentino, trovano un appartamento - che pare essere quasi sempre lo stesso a rotazione - e avanzano in municipio la richiesta di residenza. Forniscono una serie di documenti belli pronti e tradotti in italiano, dimostrano di avere un antenato cittadino italiano, non naturalizzato in Brasile. Nel frattempo la Polizia locale effettua i controlli per attestare l’effettiva residenza. A quel punto parte l’istanza per chiedere la cittadinanza.
Gli uffici comunali inviano tutta la documentazione ricevuta al Consolato del Brasile che ha il compito di controllo la veridicità della documentazione. Al quel punto ottengono la trascrizione della cittadinanza italiana dalla nascita. Normalmente invece per chiedere la cittadinanza si deve risiedere sul territorio nazionale da diversi anni o fare richiesta dopo il matrimonio con un cittadino italiano. Come detto, tutto sembra essere legale. «Ogni volta che la Polizia locale effettua i controlli per la residenza, effettivamente queste persone si trovano in quell’appartamento. Per cui i controlli si fanno e le presenze si attestano. È capitato anche di vedere queste persone in giro per il paese». Ma la vicenda incuriosisce ovviamente tutti. Pure il primo cittadino. «Non posso negare che l’intera faccenda mi incuriosisca. In quattro anni avrò conferito la cittadinanza italiana a una decina di persone: albanesi, senegalesi, algerini. Ma mai brasiliani. E poi in questi ultimi due anni abbiamo conferito ben 18 nuove cittadinanze». Un altro aspetto curioso è che l’indirizzo da cui parte la richiesta di residenza è praticamente sempre lo stesso e che chi arriva è di estrazione sociale alta. Sono passati da Valgreghentino infatti un primario e perfino un colonnello.
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