Valchiavenna, i sindaci contro
la chiusura di Reumatologia

L'assemblea dei sindaci hanno diffuso una nota in cui chiedono alla direzione dell'ospdale di Gravedona e Uiniti di riconsiderare l'eventuale dismissione del serivzio, punti di riferimento di molti pazienda della provincia di Sondrio

CHIAVENNA «Reumatologia di Gravedona, l'ospedale riveda le sue scelte». Si muovono i sindaci della Valchiavenna per cercare di vederci chiaro sulla notizia trapelata nei giorni scorsi riguardante la possibile chiusura della struttura di Reumatologia dell'ospedale Pelascini di Gravedona. Una notizia che ha messo in allarme i pazienti valchiavennaschi.


«Come Assemblea dei Sindaci - scrivono in una nota diffusa il presidente Luca Della Bitta e il sindaco di Chiavenna Maurizio De Pedrin i- ci siamo subito attivati al fine di approfondire la questione. Abbiamo innanzitutto avviato un contatto, che rimarrà costante nei prossimi mesi, con il presidente dell'Assemblea dei sindaci del Distretto di Dongo e sindaco di Gravedona ed Uniti, Fiorenzo Bongiasca, che sta seguendo personalmente con grande attenzione la vicenda. La realtà della Reumatologia di Gravedona ed Uniti rappresenta una struttura unica nel suo genere anche per quel che riguarda la Valchiavenna e l'intera Provincia di Sondrio».


In realtà non si tratta di un reparto vero e proprio ma di una struttura prevista all'interno del reparto di Riabilitazione, dotato di 49 posti complessivi. «Sono molti i pazienti della Valchiavenna e della Valtellina in carico alla Reumatologia di Gravedona, dove trovano risposte eccellenti grazie all'equipe guidata da Claudio Mastaglio. Il centro di Reumatologia, negli anni, ha costruito una rete di pazienti e famiglie che si rivolgono al servizio diventando un riferimento di livello regionale e nazionale».


Le scelte ipotizzate da parte dell'amministrazione dell'ospedale mettono a rischio, «oltre alla qualità del l'assistenza medica offerta, anche l'esistenza futura del centro. Riteniamo inaccettabile ogni ipotesi di chiusura, o di scelte che di fatto pregiudicano la qualità dei servizi offerti ai cittadini, in particolare quelli della Valchiavenna. Ribadiamo una forte valutazione positiva, a seguito dell'ascolto delle esperienze delle nostre famiglie dei malati, della qualità dei servizi offerti sinora. Chiediamo di rivedere le proprie scelte nell'intento di continuare a garantire i necessari servizi sanitari nell'ambito della reumatologia ai malati. Pur comprendendo la natura privata, accreditata, dell'ospedale in oggetto chiediamo un segnale di forte attenzione ai territori e alla loro popolazione prima di logiche esclusivamente economiche e tariffarie».

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