Valchiavenna, abusi su una bambina
di otto anni: l’indagato non si fa interrogare

L’uomo ieri non si è presentato a Sondrio per rispondere alle domande del giudice e tentare di discolparsi da un’accusa pesante come un macigno: avere abusato sessualmente di una bambina che gli era stata affidata dalla madre quando doveva assentarsi per recarsi al lavoro in fabbrica. Le terribili confidenze della piccola hanno spinto la donna a presentare denuncia nei confronti del presunto orco con il quale esisteva un profondo legame di conoscenza e frequentazione

Era in programma ieri, alle 9.30, l’interrogatorio di garanzia a carico del settantenne arrestato giovedì scorso dalla Squadra Mobile di Sondrio, guidata dal commissario Francesco Castaldo, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per l’ipotesi di violenza sessuale firmata dal gip Fabio Giorgi. Ma nell’aula 12, al piano terra del Palazzo di giustizia, il pensionato non si è presentato per rispondere alle domande del giudice e tentare di discolparsi da un’accusa pesante come un macigno: avere abusato sessualmente di una bambina di otto anni che gli era stata affidata dalla madre quando doveva assentarsi per recarsi al lavoro in fabbrica. La donna si fidava ciecamente di quell’individuo dai modi gentili che mostra meno anni di quelli che in realtà ha. Ma poi le terribili confidenze della piccola hanno spinto la donna a recarsi della questura al cui vertice c’è il dottor Sabato Riccio, per presentare denuncia nei confronti del presunto orco con il quale esisteva un profondo legame di conoscenza e frequentazione. E così è scattata l’indagine degli investigatori della Seconda Sezione della Mobile, coordinata dall’ispettore capo Mirco Meraviglia, la Sezione che solitamente si occupa di reati contro la persona.

I detective, ricorrendo a tradizionali mezzi investigativi, quali i pedinamenti e l’osservazione, mentre magari l’uomo si trovava in giardino con la minorenne, ma utilizzando probabilmente anche filmati ricavati da micro-telecamere piazzate nell’alloggio all’insaputa dell’indagato quando quest’ultimo usciva per andare a fare la spesa, hanno raccolto elementi importanti di prova e indizi ritenuti schiaccianti dalla Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone. Elementi di tale gravità da spingere i magistrati - si è appreso ieri - a chiedere al giudice l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma il gip Giorgi ha ritenuto di concedere la misura restrittiva più soft degli arresti domiciliari.

L’articolo 294 del Codice di Procedura penale prevede che per una persona sottoposta a misura cautelare diversa dal carcere, sia coercitiva che interdittiva, l’interrogatorio deve avvenire “non oltre dieci giorni dalla esecuzione del provvedimento o dalla sua notificazione”. E così ieri era stato fissato quello del presunto pedofilo per fatti gravi che sarebbero avvenuti, stando alle indagini, in un paese della Valchiavenna. Ma l’inquisito ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere, senza neppure presentarsi davanti al dottor Giorgi. «Alla Procura e al giudice - si è limitato a dire al termine dell’udienza-durata circa 15 minuti il suo avvocato di fiducia, Francesco Romualdi di Sondrio, intervenuto in aula con l’assistente legale Dylan Della Valle - avevo fatto presente di avere consigliato al mio cliente di non presenziare per il timore della presenza della stampa e di televisioni. E il timore, difatti, si è rivelato fondato».

Intanto è stata confermata la misura della detenzione in casa con divieto di parlare con persone diverse da quelle conviventi ed è emerso un altro particolare sulla raccapricciante vicenda: la bimba, nei giorni scorsi, è stata ascoltata dagli inquirenti in modalità protetta e ha confermato gli abusi di cui aveva raccontato alla mamma di essere stata vittima da qualche tempo, quando rincasava da scuola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA