Val Caronella, l’allevatore:

«Il lupo è tornato e mi ha attaccato»

Cavazzi: «Voleva aggredirmi, l’ho tenuto lontano con un bastone e grazie ai miei cani». Il predatore un mese fa gli aveva ucciso un agnello, stavolta ha sbranato una pecora

Teglio

«Il lupo è tornato e mi ha sbranato un’altra pecora. Ma questa volta ha tentato di aggredire anche me».

È da brividi il racconto di Marco Giuseppe Cavazzi, pensionato 62enne e allevatore per passione, che si è trovato faccia a faccia con il predatore che, appena un mese fa, gli aveva fatto letteralmente sparire un agnello di 35 chilogrammi. Dell’animale era rimasta solo una zampa accanto all’impronta lasciata dal lupo, poi refertata dagli uomini della Polizia provinciale.

«Da allora vivo nell’angoscia - ci racconta Cavazzi, che al solo pensiero di quello che gli è successo trema ancora -. Non ho molti animali, avevo cinque pecore, due mucche e un vitello, poi il lupo ha sbranato l’agnello e ho deciso di correre ai ripari. Io e le mie bestie da un mese viviamo in regime di coprifuoco, ma non per il coronavirus: alle 21 metto tutti nella stalla per evitare altre brutte sorprese. Venerdì scorso, però, mi sono dovuto assentare per poco tempo dalla baita in Val Caronella in cui vivo da maggio ad ottobre con i miei animali. Credo che il lupo “mi curasse”, perché ha agito proprio mentre non c’ero». Al suo ritorno, infatti, Cavazzi non trovava più due pecore.

«Le ho cercate dappertutto per giorni, fino a quando domenica proprio una di loro, madre dell’altra, ha richiamato la mia attenzione - spiega -. Belava, belava, sembrava disperata. L’ho seguita e mi ha portato dall’altra pecora, o, meglio, da quello che ne restava, solo una carcassa».

Secondo l’allevatore, non può essere stato un lupo solo a sbranare in quella maniera l’animale in meno di 48 ore.

«Non ho mai dormito molto, ma da quando so della presenza del lupo ancora meno - prosegue l’allevatore -. Lunedì all’alba, attorno alle 5, quando i miei cani hanno iniziato ad abbaiare, mi sono subito fiondato fuori casa così com’ero, in mutande e ciabatte. Mai mi sarei aspettato di vedere lì, poco lontano dalla mia baita, il lupo, che non solo non è fuggito nel vedermi, ma si è avvicinato sempre di più. E meno male che dicono che il lupo non si avvicina all’uomo, che non attacca. Invece ha tentato di aggredirmi, eccome. Io ho raccolto un grosso bastone che avevo a portata di mano e l’ho tenuto a distanza con quello, cercando di difendermi, ma il grosso l’hanno fatto i miei cani, che lo hanno accerchiato e sono riusciti fortunatamente a metterlo in fuga».

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