Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 24 Marzo 2021
Vaccini, Lombardia sotto accusa
Ma i politici: «Sanità eccellente»
Ritardi, disagi, il caos informatico hanno messo la regione tra le ultime in Italia
Sistema di prenotazioni in tilt, convocazioni mai arrivate o appuntamenti dati a chilometri di distanza, percentuale di dosi somministrate sul totale di quelle consegnate da quart’ultimo posto in tutto il Paese - peggio solo Calabria, Liguria e Sardegna - e l’immagine di eccellenza italiana che ad ogni giorno che passa si offusca un po’ di più. Perché da chi si è sempre professato al top ci si attende che lo sia anche in momenti difficili come quelli della pandemia, anzi forse soprattutto in questi.
Non un bel periodo per la sanità della Lombardia, sotto accusa per inefficienza ed inefficacia e per i numerosi disservizi legati all’organizzazione del sistema vaccinale. Quello anti covid in questo caso, perché gli anti influenzali sono già costati la testa all’ex assessore Giulio Gallera, costretto a cedere il posto a Letizia Moratti.
Questa volta a pagare per gli errori sono stati i vertici di Aria, l’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti, controllata al 100% dalla Regione, nata su iniziativa del presidente Attilio Fontana e dell’assessore al Bilancio Davide Caparini. E contro Aria punta il dito la politica locale, il centrodestra valtellinese, che ammette i disservizi - difficile il contrario -, ma che continua a rivendicare la bontà, di più, l’eccellenza del sistema sanitario lombardo.
E poco importa che ad un anno dall’inizio della pandemia siamo al punto di partenza, come in un infinito gioco dell’oca o che regioni come il Lazio o la Campania facciano meglio.
«Quella tra regioni è una gara stucchevole - taglia corto Massimo Sertori, assessore regionale alla Montagna - che non serve a niente. Anche quella politica è una polemica inutile, credo, nello spirito del governo Draghi, che in un momento straordinario come questo, si debbano lasciare da parte le bandierine e lavorare tutti insieme. Se, come è successo, Aria ha sbagliato, la sanità lombarda non c’entra nulla. Si può migliorare, certo, ma da qui a dire che è tutto sbagliato ce ne passa».
Al netto dei disguidi, affrontati con l’azzeramento dei vertici della società e il passaggio a Poste, Sertori tiene a ricordare che «da sola la Lombardia ha vaccinato 1,3 milioni di persone, partendo da over 80, insegnanti come prevede il piano ministeriale».
Tutto il resto secondo l’assessore sono solo parole e inutili polemiche. «Il vero problema è che arrivino i vaccini - insiste -. Se arrivano il sistema lombardo è pronto. Semmai servirà ancora un maggiore coinvolgimento dei sindaci».
Accuse all’inefficienza del portale Aria - «problema subito affrontato con l’intervento tempestivo della Regione» - e difesa ad oltranza del sistema sanitario lombardo anche da parte del coordinatore provinciale di Forza Italia, Filippo Rebai.
«Ad oggi - ricorda - abbiamo fatto 1,3 milioni di vaccinazioni, tutte le forze dell’ordine e il personale sanitario. Stiamo facendo a ritmo serrato i docenti. Stiamo parlando di 1.200 casi su 1.300.000 persone vaccinate in tre mesi. E capisco che visto il momento è un problema, ma va messo nella giusta proporzione - sostiene Rebai - Bisogna correggere il tiro, come è stato fatto, ma una falla organizzativa non può mettere in dubbio l’eccellenza lombarda. C’è una campagna chiara contro la Lombardia, ma qui il vero problema sono le forniture dei vaccini».
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