Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 20 Gennaio 2016
Una vita tra i vigneti, ora sono in pensione «Giovani, c’è lavoro»
Castione: marito e moglie hanno lasciato per l’età e lanciano un appello alle nuove generazioni. «È un’occupazione che garantisce soddisfazioni».
Di anni Pasqualina Foianini ne ha 72, suo marito, Franco Soverna, 80: a malincuore, per questioni di età, da quest’anno la coppia di Castione ha deciso di abbandonare la lavorazione della propria vigna. Dal 2016 hanno detto basta, ma sono convinti, forti di anni di esperienza, che valga ancora la pena fare il viticoltore e lo consigliano a chi oggi, giovane, è in cerca di un’occupazione ed è appassionato di agricoltura.
Una testimonianza, la loro, raccontata in diretta – un’intervista tutta in dialetto intitolata “Vita di vigna”, veicolata anche su You Tube –, postata domenica sulla pagina Facebook del Ciapel d’Oro, la manifestazione dedicata ai piccoli produttori valtellinesi, promossa dalla Pro loco. Ad intervistarli è stato il consigliere comunale Paolo Piatta, che fa parte del sodalizio presieduto da Michela Mozzi.«Se avessi vent’anni di meno continuerei a lavorare il vigneto – dice la signora Pasqualina -. Un lavoro che consiglio ai giovani d’oggi: se c’è la passione, ne vale la pena. Un’occupazione che garantisce da vivere. Certo, senza strafare, ma permette di guadagnarsi delle soddisfazioni».
Di un ettaro e mezzo circa la superficie dei vigneti, che la coppia ha coltivato per anni: «Producevamo circa 50 ettolitri di vino» racconta il capofamiglia Franco, che, prima di andare in pensione, ha fatto l’autista di camion. «Non vendevamo l’uva, ma solo il vino. Se aumentassero però il prezzo dell’uva – fermo da una dozzina d’anni – di un euro almeno al chilo ci si potrebbe campare tranquillamente di questo lavoro».
A causa di alcuni problemi ad una gamba e «degli anni che avanzano» Pasqualina ha dovuto rinunciare alla coltivazione della vite, «che mi è stata insegnata, quando ero giovane, dai miei suoceri». Da quando, nel 1964, arrivò per amore a Castione, lasciando Torre Santa Maria, paese della Valmalenco, dove è nata.
Una vita dedicata all’agricoltura la sua, aiutata sempre dal marito, quando non era impegnato nel suo lavoro di autotrasportatore: «Ho fatto l’agricola sempre: mucche, galline, maiali e la vigna. Ma ora non ce la faccio più». Quasi un centinaio le visualizzazioni del video su YouTube in meno di 24 ore e in costante crescita gli “amici” della pagina del “Ciapel d’Oro”, che sul social conta circa 600 estimatori. «Ogni settimana – assicura Piatta, che ne è l’amministratore, nonché l’ideatore – si aggiungono nuovi “amici”».
La pagina sul social piace, «forse perché racconta, con foto, video e testimonianze, quello che succede realmente nei vigneti».
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