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Lunedì 26 Novembre 2012
"Una via all'eroe di guerra"
Ma lui è vivo e vegeto a Barzio
Un Comune in Sicilia voleva intitolare una strada a Francesco Canepari, 88 anni, credendolo morto - Lui: "Grazie, mi fa piacere comunque"
Questa la telefonata giunta nei giorni scorsi a Barzio alla signora Enrica Canepari, non poco sorpresa, per il semplice motivo che suo marito Francesco è vivo e vegeto: ieri ha compiuto 88 anni e, acciacchi della guerra a parte, gode di buona salute ed è serenamente in pensione. A questo punto il "coccolone" è venuto al vicesindaco di Palma Montechiaro, in provincia di Agrigento, Angelo Cotitto, che dovrà rivedere i suoi programmi per l'intitolazione.
«La telefonata ci aveva molto sorpresi - ammette Pierangelo Canepari, uno dei tre figli di Francesco Canepari - Non abbiamo mai pensato che si trattasse di uno scherzo in quanto abbiamo subito capito che l'episodio a cui si riferiva il vicesindaco era quello di cui nostro padre ci aveva sempre parlato: il suo ferimento in Sicilia».
L'anziano di Barzio insieme al commilitone Mario Usai l'11 luglio 1943, quando le forze anglo-americane entrarono a Palma, decisero di "resistere". Si asserragliarono in una casa e cominciarono a sparare. In due contro una colonna di soldati alleati. Uccisero un marine e la reazione degli americani fu immediata: lanciarono una bomba ananas all'interno della casa. L'ordigno uccise Mario Usai, che aveva 19 anni, e ferì gravemente alle gambe, Canepari, che all'epoca aveva 20 anni.
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