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Domenica 21 Aprile 2013
Una Valle intera si stringe
attorno all'amico Lele
C'erano i compaesani di Fraciscio e di Motta e moltissimi amici provenienti da altri paesi della Val San Giacomo. Ma non erano soli. Ieri, la casa di via alle Soste della famiglia Gianera ha accolto decine di appassionati di montagna provenienti dal resto della Valchiavenna e dalla Valtellina
CAMPODOLCINOC'erano i compaesani di Fraciscio e di Motta e moltissimi amici provenienti da altri paesi della Val San Giacomo. Ma non erano soli. Ieri, la casa di via alle Soste della famiglia Gianera ha accolto decine di appassionati di montagna provenienti dal resto della Valchiavenna e dalla Valtellina. Il mondo degli alpinisti della zona si è riunito in cima alla frazione di Campodolcino, nei pressi dell'inizio del sentiero per l'Alpe Angeloga, per stringersi attorno al dolore della famiglia. La famiglia di uno di loro.
Emanuele Gianera lascia la moglie Nicoletta Levi e tre figlie: Giulia di 23 anni e Greta di 21, entrambe lavoratrici, e Valentina di 19, studentessa del "Da Vinci". Venerdì sera, subito dopo la notizia della tragedia, parenti e amici sono scesi all'ospedale di Chiavenna per stringersi attorno alla famiglia e alle persone più care.
Poi ieri mattina sono iniziate le visite all'abitazione di Fraciscio. Una famiglia alla volta, un gruppo dopo l'altro, sono entrati nell'appartamento situato sulla principale via del paese. Hanno incontrato i familiari e hanno portato la propria solidarietà, con la consapevolezza di trovarsi di fronte a un dolore improvviso e soprattutto troppo profondo.
Gianera era nato nel 1958 ed era cresciuto nella frazione di Motta. Poi si era trasferito nell'altra frazione del Comune di Campodolcino. Da giovane era stato un ottimo sciatore, con tanto di esperienze di livello nazionale, e aveva sempre conservato questa passione, unita a quella per tutte le altre attività d'alta quota. Da una ventina d'anni era una Guida alpina e ha fatto parte dell'associazione delle guide valchiavennasche. Nei mesi invernali gestiva insieme alla moglie un noleggio di attrezzature sportive a Motta.
Oltre ad accompagnare in alta quota i clienti, si occupava di altri lavori in ambiente montano, dalla pulizia dei sentieri agli interventi in zone impervie, ad esempio in caso di smottamenti, e della lavorazione del sasso. Volontario del Cnsas e operatore dell'elisoccorso, era un profondo conoscitore della montagna e di tutti gli accorgimenti necessari per muoversi in sicurezza. Secondo le ipotesi dei carabinieri di Chiavenna, venerdì ha perso la vita a causa di un masso che lo ha colpito violentemente in testa. Sul luogo dell'incidente - lungo la strada per Starleggia - sono intervenuti 118, i vigili del fuoco volontari di Campodolcino e il Soccorso alpino, ma i tentativi di salvarlo sono stati purtroppo inutili.
Il funerale si svolgerà domani alle 15 nella chiesa di San Rocco. Anche il parroco don Eugenio Bulanti ha fatto visita alla famiglia e stasera nell'abitazione di via alle Soste si reciterà il rosario.
«Avrebbe dovuto essere un fine settimana di festa per un matrimonio di una parente, invece è il giorno del dolore - dice il sacerdote con profonda commozione -. La comunità è scioccata, il dolore dei Gianera è quello di tutto il paese. In ogni volto c'è la sofferenza di chi ha conosciuto e apprezzato "Lele", un grand'uomo che ha sempre dato se stesso per gli altri. Quando si aveva bisogno, lui c'era sempre. Si dice che a volte ad andarsene sono i migliori, stavolta è proprio così».
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