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Venerdì 08 Marzo 2013
"Una banda pericolosa
Andava subito bloccata"
Il procuratore capo Buonanno ieri ha elogiato l'operazione dei carabinieri che ha portato agli arresti dei tre rapinatori che hanno terrorizzato Calolzio
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Il procuratore capo della Repubblica di Lecco, Tommaso Buonanno, con queste parole e con la sua presenza in conferenza stampa ieri ha voluto dare il senso del valore dell'indagine portata a termine dai carabinieri del comando provinciale di Lecco, che ha permesso di arrestare la banda che ha seminato il terrore a Calolziocorte.
«I carabinieri hanno dimostrato la loro efficienza, lanciando il messaggio che chi commette reati non può assolutamente pensare di rimanere impunito: ai militari va il ringraziamento della Procura e dell'intera comunità».
Il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Riscaldati, ha spiegato invece quali siano stati alcuni dei passaggi investigativi che hanno portato all'individuazione della banda.
«E' stata un'opera assidua da parte dei miei uomini del Nucleo investigativo, della Compagnia di Lecco e della stazione di Calolzio. Quando questi giovani, che erano tutti incensurati il che ha reso più complicate le indagini, sono stati fermati mentre stavano rubando un'auto vicino a Vimercate, è bastato sovrapporre gli elementi che i miei uomini avevano raccolto per avere la certezza che fossero loro gli autori dei tre assalti di Calolzio».
Un elemento fondamentale per le indagini è stato giudicato la presenza delle telecamere sul territorio: «Si sono dimostrate anche in questa occasione uno strumento preziosissimo: è stato grazie alla videosorveglianza sul ponte Cantù che abbiamo potuto accertare il tragitto della Fiat Panda di colore rosso che avevano portato via all'ultima loro vittima verso il Meratese prima e il Monzese poi».
Ed è stato proprio a Monza dove, a distanza di 36 ore dall'ultima rapina violenta di Calolzio, che i militari hanno ritrovato l'auto con all'interno alcuni dei monili che erano stati rubati alle vittime.
Le attività tecnico scientifiche dei carabinieri di Lecco si sono quindi intrecciate in modo sinergico con l'attività d'indagine dei carabinieri della compagnia di Vimercate, un altro territorio in cui si stavano verificando diversi furti negli appartamenti e di automobili.
«Quando i giovani albanesi sono stati fermati in flagrante vicino a Vimercate - ha proseguito il comandante provinciale - il mosaico si è composto e hanno dato i loro frutti sia gli accertamenti tecnico scientifici che erano stati effettuati sugli oggetti che avevano toccato nelle case, sia il fatto che i tre fossero stati riconosciuti dalle vittime».
Oltre al tentato furto di Vimercate, per il quale con rito direttissimo sono stati condannati a 1 anno e 4 mesi di reclusione (i tre si trovano in carcere a Monza) a Fatmir Gaita, 19 anni, Dula Bekim, 19 anni e Devis Gramo, 23 anni, la Procura di Lecco contesta i reati di rapina aggravata, sequestro di persona e lesioni personali.
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