Un polo dell’Università a Sondrio

In Provincia gettate le basi per un progetto ambizioso insieme all’ateneo di Bergamo

Alta formazione dedicata specificatamente alla montagna grazie alla collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo. E’ un progetto ambizioso, ma quanto mai attuale e necessario, quello a cui sta lavorando l’amministrazione provinciale di Sondrio.

Proprio per definire i contorni dell’iniziativa il presidente Davide Menegola ha incontrato ieri mattina a palazzo Muzio il magnifico rettore dell’ateneo, professor Sergio Cavalieri e i suoi più stretti collaboratori. Presente anche Tiziano Maffezzini, sindaco di Chiuro, comune in cui è stato avviato un progetto che ha dato avvio ad un dialogo più approfondito ed esteso con l’università bergamasca.

L’ateneo ha infatti al suo attivo in Valtellina una serie di iniziative, a partire dal progetto emblematico della Fondazione Cariplo “Le radici di un’identità” fino al progetto Horizon sul “Turismo culturale e creativo nelle aree rurali e remote: modelli di business sostenibili, cooperazione e politiche”, corso di perfezionamento sui beni culturali e paesaggistici della montagna in collaborazione con le Università di Brescia e Verona e con la Comunità montana di Sondrio e il coordinamento delle ricerche archeologiche presso i castelli di Caspoggio, Tresivio e Teglio.

Un momento di confronto che il presidente Menegola ha definito proficuo ringraziando il rettore per la sua disponibilità.

«Come Provincia vogliamo intessere e sviluppare rapporti di dialogo e collaborazione con tutte le università lombarde – spiega Menegola -, poiché rappresentano un’eccellenza a livello nazionale ed europeo, quindi in grado di fornire, anche ai territori di montagna, una visione sempre aggiornata rispetto alle dinamiche globali. Dall’innovazione tecnologica alla sostenibilità economica, dal turismo sostenibile e inclusione sociale alle strategie di governo del territorio, dalla storia e archeologia alla tutela dell’edilizia alpina, la nostra terra può davvero offrire una notevole multidisciplinarietà in termini di formazione post laurea, di dottorati di ricerca o di progetti specifici. Il nostro obiettivo, grazie a queste collaborazioni, è creare un vero e proprio “Laboratorio di innovazione territoriale” che possa diventare un punto di riferimento a livello regionale e perché no un modello da esportare e dunque replicare anche in altre regioni d’Italia».

«Grazie alla progettualità avviata per la costituzione di un polo territoriale del Cst (Centro studi sul territorio in Valtellina), con sede a Chiuro e a un finanziamento erogato dalla Provincia - ha spiegato il rettore -, il nostro ateneo intende creare un polo dell’Università per la ricerca multidisciplinare applicata alla Valtellina, che possa far crescere studenti e giovani ricercatori, per quanto possibile reclutati localmente, in sinergia con il territorio. Si tratta di un impegno che conferma la vocazione dell’Università di Bergamo ad agire in collaborazione con le istituzioni per lo sviluppo dei territori montani, e di quello valtellinese in particolare».

«La creazione del nuovo Polo territoriale Valtellina costituirà un’antenna della ricerca e della formazione universitaria sul territorio provinciale - ha aggiunto Maffezzini -. Ritengo che, investendo nell’alta formazione, saremo in grado di garantire futuri sbocchi lavorativi ai nostri studenti che, dopo l’Università, potranno tornare in Valtellina mettendo a frutto le loro competenze e sostenendo lo sviluppo di nuove professionalità qualificate così utili e direi, oggi più che mai, necessarie alla nostra montagna».

L’incontro a palazzo Muzio si è concluso con la promessa di redigere, entro settembre, un accordo quadro per definire i termini di una collaborazione strutturata con l’Università di Bergamo.

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