Cronaca / Merate e Casatese
Sabato 02 Luglio 2016
Un brianzolo tra le vittime
Era il genero di Beretta
BarzanòClaudio Cappelli aveva sposato la figlia del re dei salumi
Padre di una bimba di 6 anni, viveva con la famiglia in centro paese
Era nato a Palermo ed era cresciuto nel Monzese ma abitava a Barzanò. Claudio Cappelli è una delle vittime della strage di Dacca.
Quarantacinque anni, imprenditore nel settore tessile, Cappelli era marito di Valeria Beretta, figlia di Vittore, presidente e amministratore delegato del Gruppo Fratelli Beretta: la coppia ha una figlia, una bambina di soli sei anni che frequenta le scuole elementari in paese.
La passione per il suo lavoro
Era spesso in Bangladesh, Cappelli, per seguire la sua azienda di abbigliamento: nel Paese asiatico aveva aperto cinque anni fa una filiale della sua “Star International” con sede legale a Concorezzo (in provincia di Monza), una ditta con pochi dipendenti che l’imprenditore aveva fondato con passione e determinazione.
Claudio Cappelli viveva con la famiglia in un bell’appartamento in centro paese ed era particolarmente conosciuto, come racconta il sindaco Giancarlo Aldeghi, molto colpito dalla tragedia.
Dal matrimonio con Valeria Beretta, che lavora nell’azienda di famiglia, Cappelli si era trasferito nella Brianza lecchese, ma la sua famiglia di origine vive invece a Vedano al Lambro, alle porte di Monza.
«Era spesso in Bangladesh per curare la produzione, ho appreso la notizia dal telegiornale - ha raccontato alle agenzie di stampa un ex collaboratore dell’azienda - ho lavorato nella sua società per qualche tempo, meno di dieci dipendenti e un ambiente sereno. Era una persona che si impegnava molto nel lavoro, riservato rispetto alla sua vita personale e molto legato alla sua bambina. Ho parlato con una mia ex collega, sono tutti sconvolti».
La rabbia della sorella
Ieri pomeriggio nell’azienda della famiglia Beretta nessuno rispondeva al telefono, gli uffici sono chiusi e i pochi dipendenti presenti hanno preferito non rilasciare commenti.
A casa Cappelli invece rabbia e dolore sono palpabili nelle parole della sorella della vittima, accanto agli inconsolabili genitori Rosa e Massimo: «Sono momenti tragici per tutti noi, siamo sconvolti dalle azioni di quegli infami maledetti assassini», ha detto.
Poi, con la voce rotta dal pianto, ha concluso: «Non avremmo mai pensato potesse accadere una cosa del genere... ma ora abbiate pazienza, abbiamo bisogno di silenzio».
Ancora presto per ipotizzare una data per il rientro in patria della salma dell’imprenditore tessile, è verosimile che i tempi saranno particolarmente lunghi.
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