Ultime ore di lavoro alla Riello di Talamona, dal 2 settembre la cigs per tutti

Si chiude così, dopo 32 anni, la storia dell’insediamento produttivo dell’azienda termomeccanica dell’area industriale di Morbegno, dal 2020 di proprietà della multinazionale Carrier corporation, che negli anni Novanta impiegava più di 500 lavoratori. Adesso quelli interessati dalla chiusura sono 59. Niente da fare per la possibile reindustrializzazione

Ultime ore alla Riello di Talamona, poi dal 2 settembre cassa integrazione straordinaria e dal primo gennaio 2025 l’addio definitivo con il sito che tornerà libero. Si chiude così, dopo 32 anni, la storia dell’insediamento produttivo dell’azienda termomeccanica dell’area industriale di Morbegno, dal 2020 di proprietà della multinazionale Carrier corporation, che negli anni Novanta impiegava più di 500 lavoratori. Adesso quelli interessati dalla chiusura sono 59 a dimostrazione di un processo di dimissione che di fatto si trascina da anni tra delocalizzazione - nel 2012 in Polonia con conseguente perdita di160 posti di lavoro -, e mancati investimenti innovativi, e che l’annuncio che l’azienda ha fatto l’8 aprile ha semplicemente accelerato. In quattro mesi tra riunioni al Ministero e contrattazioni sindacali si è arrivati alla cessazione della produzione che sarà in parte esternalizzata e in parte trasferita in altri impianti della multinazionale, in particolare nelle sedi di Legnago e Volpago, in Veneto.

I tentativi per “salvare” l’insediamento non sono mancati, neppure da parte delle istituzioni considerando che la Riello è arrivata in provincia di Sondrio nel 1992 grazie ai fondi della legge Valtellina, beneficiando dunque di aiuti pubblici, ma tutto è stato inutile. Il 23 luglio al ministero del Lavoro, contestualmente alla conferma da parte della società della cessazione e la conseguente dismissione delle attività produttive del sito, è stato formalizzato l’accordo raggiunto tra l’azienda e Fiom Cgil e Fim Cisl con le Rappresentanze sindacali unitarie, poi approvato dai lavoratori. L’intesa prevede un incentivo all’esodo per ammortizzare l’impatto economico sui dipendenti, una “dote lavoro” per favorire la ricollocazione del personale e una “dote formazione” da utilizzare per programmi di riqualificazione e di outplacement. La società ha confermato la cessazione e la conseguente dismissione delle attività produttive del sito. Il personale interessato alla procedura è di 59 lavoratori e lavoratrici di cui 50 operai e 9 impiegati, rispetto ai 61 iniziali.

Niente da fare invece per la possibile reindustrializzazione, che per ora non sembra una strada percorribile «in quanto a seguito di approfondite ricerche da parte dell’advisor specializzato di potenziali investitori interessati a garantire il reinsediamento dell’attività con la piena occupazione, nessuna di queste è stata ritenuta percorribile non essendoci garanzie di condizioni adeguate e presentando vincoli non gestibili».

La Riello manterrà comunque ancora per un anno l’incarico dell’advisor per continuare a cercare potenziali nuovi acquirenti, di concerto con il ministero delle Imprese, la Regione Lombardia, la Provincia di Sondrio e le parti sociali. L’obiettivo è quello di agevolare il reperimento di nuove opportunità e strumenti a supporto del reinsediamento di attività presso lo stabilimento di Morbe «Abbiamo gestito in collaborazione con i lavoratori tutta la vicenda a partire dall’8 aprile - ricordavano Alessandra Vaninetti e Alberto Sandro di Film e Fiom all’atto della firma dell’accordo -, la trattativa non è stata semplice, ma abbiamo raggiunto un accordo che i lavoratori hanno approvato. Non è stato un bel periodo, ma siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto, anche se dobbiamo continuare a essere al fianco dei lavoratori per accompagnarli nel migliore dei modi al cambiamento della loro attività lavorativa».

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