
Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 07 Luglio 2015
Turisti mordi e fuggi: «In rifugio non più di due notti per volta»
Sono finiti i tempi dei soggiorni lunghi . «Ora tutta la clientela si concentra nel fine settimana e da domenica a giovedì le camere restano vuote»
Estate promettente, sì, ma i tempi della vacanza in montagna da una settimana o più sono finiti da un pezzo. Ferragosto a parte, infatti, nelle strutture ricettive, siano alberghi, siano rifugi, la tendenza è al soggiorno breve, per non dire brevissimo.
«Per lo più, soprattutto in questo periodo, si parla di una notte, quella fra sabato e domenica o al massimo due notti, quelle di venerdì e di sabato, - conferma Elena Scetti, gerente con la famiglia l’hotel Miramonti di Valmasino -, poi, il resto della settimana, torniamo pressoché vuoti. E questo perché è cambiato completamente il modo di fare turismo, almeno in montagna e, una volta esauritasi la clientela anziana che ci raggiungeva abitualmente per il soggiorno lungo, siamo chiamati a fare i conti con un tipo di lavoro nuovo, snervante al massimo, imprevedibile e perciò stesso difficile anche da organizzare».
Sottolineatura che arriva, peraltro, da un albergatrice tanto storica quanto disposta a mettersi in gioco, a cambiare per andare incontro alle esigenze dei mercati.
«D’altronde non possiamo sottrarci a questo andamento e dobbiamo farci trovare sempre pronti - insiste Scetti - tuttavia è massacrante stare al passo con richieste che subiscono impennate vertiginose nel weekend, quando il telefono squilla in continuazione e avremmo bisogno di un “parco camere” doppio a quello attuale per soddisfarle e poi più niente».
È un trend che caratterizza, come detto, parecchie tipologie alberghiere, compresi i rifugi di media e alta quota, dove, la media dei soggiorni è di una notte.
«È difficile, oggi come oggi, trattenere la gente al rifugio - assicura Elia Negrini, gerente da anni del Longoni, sulla Sassa d’Entova, sopra Chiareggio, in Valmalenco -. Io raramente arrivo a riempire la struttura, coi suoi 30 posti letto, anche perché lavoro con escursionisti che transitano sull’Alta Via e, quindi, sono di passaggio. Neanche oggi (ieri, per chi legge, nda), che ho avuto parecchi membri del Cai Seregno, proprietario della struttura per l’inaugurazione della stagione estiva, sono riuscito a riempire le camere perchè i più sono saliti questa mattina (ieri, nda). Però va bene così, sono contento perché vedo che c’è movimento sull’Alta Via e gente si ferma almeno per il ristoro».
Soggiorni da una, massimo due notti, anche al rifugio Zoia di Campo Moro, gestito da Emanuele Bergomi, dove si arriva in auto, eppure, anche in questi casi la tendenza è quella a fermarsi il necessario per ossigenarsi nel fine settimana.
«Nel fine settimana siamo pieni di escursionisti, italiani, ma anche stranieri, svizzeri e tedeschi in particolare, - dice Bergomi -, poi rientrano tutti alla base. Però, siamo soddisfatti, perché la stagione è partita molto bene, proprio come negli anni giusti, a fronte della disperazione che ci aveva colto soprattutto lo scorso anno, quando siamo stati in balia del maltempo per settimane».
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