Turismo in Valtellina
La fuga dei lombardi
«Non è accettabile che solo l'11,8% delle presenze totali lombarde siano catalizzate dalla provincia di Sondrio - ha sottolineato Mario Cotelli, presidente della Dmo, nella conferenza stampa di presentazione della società di marketing e comunicazione "Valtellina è eventi" -, mentre il restante 88,2% delle presenze regionali sia appannaggio delle province di Trento e Bolzano e della Valle d'Aosta».
Per Cotelli e per coloro che decidono le strategie di sviluppo turistico in Valtellina si tratta di un gap da colmare in tutti i modi. Così come da colmare è il calo vertiginoso di presenze italiane, sia in inverno sia in estate, evidenziato da Cotelli in base a un'analisi delle presenze nel ventennio 1990-2011. Una statistica, la sua, sul lungo periodo, per questo contestata dai vertici del Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco, per quanto i dati riportati siano scaglionati sui singoli quinquenni così da rendere possibili più letture.
Salta all'occhio, in primis, il calo delle presenze italiane in provincia dal 1990 al 2011 pari al 33,49% a fronte, però, di un aumento di presenze straniere del 66,23% per un saldo totale che dà un + 7,96%.
In termini assoluti le presenze italiane nel '90 erano oltre il milione e mezzo, mentre, lo scorso anno, si sono fermate a un milione e 180mila. Le presenze di stranieri, invece, nel '90 erano 283mila, mentre lo scorso anno hanno raggiunto quota 839mila. Queste ultime hanno cominciato a lievitare già nel quinquennio '90-95, per poi registrare un balzo in avanti dal 2000 al 2005 e un'impennata nel 2005-2011. In termini assoluti sono aumentate di 184mila unità in questi ultimi cinque anni. Di contro, proprio in questo ultimo quinquennio si è avuta un'impennata in negativo nelle presenze di italiani, 119mila in meno sul 2005.
Analizzando più a fondo l'andamento degli italiani, sempre nel ventennio si evidenzia un calo maggiore in inverno, -28.97%, rispetto all'estate, -26,88%, col il dato dell'inverno 2010-2011 che va pressoché ad eguagliarsi a quello dell'estate 2011 considerato che il primo è pari a 555.201 presenze e il secondo a 545.091.
Nel 2000-2001 le presenze invernali erano in leggero aumento sui cinque anni precedenti (+1,03%), dopodiché sono andate sempre diminuendo, ed erano pari a 680.175, circa 21mila in più di quelle estive, in calo notevole, invece, (-11%) sul quinquennio precedente.
È stato, però, il dato scorporato per località turistica a far saltare sulla sedia gli operatori malenchi dal momento che, sempre nel ventennio, si registra un -42,68% per la Valmalenco (52.186 presenze in meno contro le 122.263 del '90), un -31,52% per il bormiese (205.168 presenze in meno contro le 650.875 del '90), un -23,14% di Livigno (98.707 in meno contro le 426.500 del '90), un -13,54% per Aprica (12.220 in meno contro le 90.217 del '90) e un -3,32% di Madesimo-Campodolcino (3005 in meno sulle 90.365 del '90). Per Livigno, il Bormiese e la Valmalenco il calo è costante nei quinquenni, mentre Aprica e Madesimo-Campodolcino hanno registrato un aumento sensibile nel 2000 e nel 2005.
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