Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 27 Ottobre 2014
Turismo al palo,
amministratori divisi
Cresce la preoccupazione dopo l’annuncio choc di Vismara sulla possibilità di non aprire il Palù - All’incontro c’era un solo sindaco su tre dell’Unione. Longhini: «Non nego una difficoltà politica»
È al palo, il turismo, in Valmalenco. Non solo lì, perché il fenomeno è generale, con una tendenza in termini di pre-prenotazioni per la stagione invernale tuttaltro che rosea. Ma, nella valle del Mallero, il fatto che Franco Vismara, patròn della Funivia al Bernina, abbia messo le mani avanti dichiarando di non poter garantire l’apertura invernale del Palù, significa che siamo quasi alla frutta. E, che, dopo Caspoggio, la resa dei conti potrebbe arrivare anche per Chiesa.
Forse non sarà così, ma l’uscita di Vismara, giovedì sera al Teca di Chiesa, non prelude a nulla di buono. Gli operatori turistici della Valmalenco, l’antifona, l’hanno capita perfettamente e, volenti o nolenti, finiranno per fare quadrato con Vismara, ma sono preoccupati. Anche perché al tavolo dei relatori c’era solo un sindaco su tre dell’Unione della Valmalenco, mancando i rappresentati di Lanzada e Caspoggio.
«Sono deluso che, sul tema, manchi l’Unione – ha dichiarato Alfio Bruseghini, titolare dell’hotel Colombo di Caspoggio, presente all’incontro -, cosa già verificatasi in passato su Caspoggio». Mancanza di sinergia fra amministratori stigmatizzata anche da Simona Pedrazzi, capogruppo di opposizione a Chiesa, da sempre favorevole all’avvio immediato del processo di fusione in Comune Unico della Valmalenco. Un percorso difficile e, a quanto pare, sempre meno scontato.
«Non so perché non ci siano i colleghi di Lanzada e Caspoggio – ha detto Miriam Longhini, presidente dell’Unione – in quanto questa riunione era stata concordata coi loro vice che, hanno detto, avrebbero riferito ai sindaci. Come sono venuti Ivo Del Maffeo e Mauro Decio Cometti, per l’Unione di Spriana e Torre di Santa Maria, potevano esserci anche gli altri. Comunque, non nego che una difficoltà politica c’è. Ed è un peccato, perché se vogliamo contare politicamente, con beneficio anche per il turismo, dobbiamo fare la fusione. Invece, siamo fermi anche come Unione, considerato che, pur avendo detto che mi sarei fatta da parte, in questa fase, ancora devo avere i documenti programmatici».
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