Cronaca / Lecco città
Giovedì 27 Ottobre 2016
Tubettificio: giudice e curatori
stanno provando a rilanciarlo
Incontro fra i tecnici del tribunale e i sindacati, il tentativo di vendere in blocco non è velleitario: in questi mesi molte le manifestazioni di interesse
Dopo la pubblicazione del bando del tribunale per la vendita del Tubettificio Europeo ieri è stato il giorno dell’incontro istituzionale in Provincia per la presentazione dei contenuti alle parti sociali.
Il bando sull’azienda dichiarata fallita lo scorso 3 maggio è stato costruito dai curatori Jessica Gianola e Piero Guerrera, su delega del giudice fallimentare Dario Colasanti, dopo aver riscontrato interessi plurimi manifestati da potenziali acquirenti.
Su questa base, ma senza facili entusiasmi, non è escluso che il 21 dicembre, giorno dell’apertura delle buste, possa arrivare qualche buona notizia sulla prima opzione prevista nel bando, quella che punta alla vendita in blocco dell’azienda al prezzo di 3,1 milioni di euro affinché possa ripartire con l’attività.
Un’opzione che i curatori hanno vincolato all’aspetto occupazionale, visto che l’offerta di acquisto, “dovrà essere accompagnata dalla manifestazione di volontà da parte dell’acquirente ad assumere il personale (…) attingendo, in via prioritaria seppur non esclusiva, ai profili professionali individuati nella liste dei 108 lavoratori posti in mobilità” dallo scorso 6 giugno.
Altra condizione vincolante sta nell’impegno a mantenere la produzione sul territorio, nella stessa sede, per almeno 4 anni.
Le altre due opzioni inserite nel bando riguardano la cessione in blocco dei beni aziendali al prezzo di 3,5 milioni di euro oppure la loro vendita frazionata.
All’incontro di ieri hanno partecipato, coi curatori, i rappresentanti di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, di Confindustria Lecco e Sondrio, del Comune e della Provincia di Lecco.
«I curatori – afferma Maura Castelli della Fiom – ci hanno illustrato punto per punto il bando sottolineando che l’opzione privilegiata è quella dell’acquisto in toto dell’azienda, opzione a cui evidentemente anche noi siamo favorevoli. Ci è stato detto che le manifestazioni d’interesse non mancano, e questo è evidentemente un dato positivo, ma vedremo, dalla manifestazione d’interesse a metterci i soldi ne corre».
E se la prima opzione invece avesse riscontro tale da produrre, all’apertura delle buste, più offerte a quel punto partirebbe un’asta competitiva. Per quanto riguarda la situazione dei lavoratori Castelli ricorda che oggi tutti stanno ricevendo l’indennità di mobilità, arrivata tardi perché l’Inps ha potuto iniziare a pagare solo alla fine del periodo di preavviso, piuttosto lungo per tutti i dipendenti.
«Ci è stato detto – afferma Giorgio Ciappesoni della Fim – che in azienda sono passati diversi imprenditori interessati anche ad acquisire l’intero lotto, e sembra anche che per i flaconi e tubetti in alluminio prodotti dall’azienda sul mercato gli ordini non manchino. Ciò che mi auguro – conclude Ciappesoni – è che si faccia avanti un imprenditore con vera vocazione industriale e animato dall’intenzione di riavviare e rilanciare la fabbrica».
«Sembra esserci un soggetto industriale interessato all’attività – afferma Enrico Azzaro della Uilm -. Non sono stati fatti nomi ma sembra esserci un interesse concreto. Ci è stato detto che in caso di asta competitiva la stessa non sarà al ribasso, quindi si partirà dai 3 milioni e 100mila euro già fissati. Non ultimo, come Uil – conclude Azzaro -, essendo l’azienda in fallimento e carente nel versamento dei contributi abbiamo chiesto che nel caso dei pensionandi non siano loro stessi ad andare ad informarsi all’Inps per sentirsi magari dire che la loro posizione è bloccata. Chiediamo alla Provincia e al Comune di fare per conto dei pensionandi questo passaggio».
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