«Troppi capannoni, rischiamo
di diventare come la Valtellina»: l’allarme
del sindaco di Piuro Omar Iacomella

«Dobbiamo stare attenti, rischiamo di diventare come la Valtellina». Lancia l’allarme il sindaco di Piuro Omar Iacomella, che vede i segni di un cambiamento nel territorio lungo la statale 36. Si parla, ovviamente, dell’arrivo di capannoni lungo la viabilità principale: «Se uno dei vanti della nostra valle era quello di aver evitato la cementificazione lungo le nostre strade individuando un’area industriale comprensoriale e prevedendo nei nostri strumenti urbanistici una grande attenzione a questo aspetto, negli ultimi anni per alcune scelte scellerate di qualche amministratore abbiamo cominciato a vedere segnali che ci fanno somigliare ai nostri cugini valtellinesi. Per intenderci c’erano alcuni punti all’interno dei piani regolatori ma anche nel piano socio-economico della Comunità montana dove erano previsti “varchi” di protezione e di inedificabilità che garantivano la tutela paesaggistica. Abbiamo visto, purtroppo, varianti ai piani di governo del territorio che hanno trasformato alcune di queste zone in aree artigianali o semi-industriali. Penso ad esempio all’area di Pizzo a Prata Camportaccio, dove è spuntato un capannonificio negli ultimi 6-7 anni. Mi auguro che tra sindaci si possa parlare tranquillamente di queste cose ma anche che “redarguire” quegli amministratori che sgarrano».

Dietro le parole del sindaco Iacomella c’è anche, abbastanza nota, l’antipatia verso l’ex sindaco di Prata Camportaccio Davide Tarabini. Con il quale i rapporti sono stati tesi a partire dalla diatriba sulla transitabilità della strada per Lottano e verso il quale negli anni passati Iacomella non ha lesinato critiche.

Che la situazione nel fondovalle sia cambiata negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti. Non un disastro, ma qualche attenzione bisogna cominciare a prestarla se si vuole evitare che la situazione scappi di mano e diventi poi una strada senza ritorno. La palla al balzo delle parole di Iacomella viene colta dal presidente della Comunità montana della Valchiavenna Davide Trussoni: «Il tema della pianificazione urbanistica è molto importante. Le nuove norme hanno tolto il compito di realizzazione del piano urbanistico di Comunità montana. Strumento che agli albori dell’ente ci ha consentito di individuare l’area industriale comprensoriale. Ora stiamo per aggiornare il Piano socio-economico di Comunità Montana. Si tratta di uno strumento che non ha un valore urbanistico, ma che può essere lo strumento giusto per le dinamiche di cui parla il sindaco Iacomella. Come tutti i piani di scala vasta richiede lavoro, approfondimento e coinvolgimento da parte di tutti i sindaci. Su queste tematiche c’è l’impegno a portare a termine il lavoro».

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