Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 23 Settembre 2013
Trent’anni del Gabbiano
Festa e un progetto
Il compleanno nell’ex carcere che diventerà la nuova sede - Un nuovo patto con la città
«Non si scappa mai dai luoghi, né dalle persone, né tantomeno dalle circostanze. Si scappa da se stessi». Le parole di Alda Merini sono dipinte su una delle celle dell’ex carcere di Tirano che, sabato, ha ospitato la festa del trentennale della Comunità Il Gabbiano e la presentazione del progetto di riqualificazione della struttura, in cui si trasferirà la comunità che ora ha sede in piazza Basilica.
Una manifestazione partecipata da utenti, tiranesi e autorità che ha sancito l’attaccamento - pur nelle difficoltà - e l’importanza, indubbia, de Il Gabbiano sul territorio.
Massimo Pirovano, responsabile del personale del Gabbiano, non ha nascosto le preoccupazioni e qualche problema dato in questi anni a Tirano e ha ricordato la generosità di padre Camillo De Piaz che «ci ha sempre aiutato e difeso nei momenti difficili e ci ha dato la forza per andare avanti. Secondo padre Camillo piazza Basilica era il posto giusto dove stare perché la piazza era dedicata alla Madonna della salute e la comunità si prende cura tutti i giorni di persone malate».
La giornata di ieri e di oggi non ha voluto essere una «passerella» per il Gabbiano o un’autocelebrazione, ma ha voluto dare messaggi e una progettualità per il futuro. «Ecco, quindi, il trasferimento del servizio che darà agli ospiti «un ambiente all’altezza. L’ex carcere era un contesto di reclusione, la sua trasformazione è un segnale importante per il territorio. E con l’aiuto di tutti ce la faremo», ha concluso Pirovano ringraziando Roberta Colzani, responsabile della comunità di Tirano, Serena Baroni, responsabile delle casa alloggio, Manuela Colombera che ha organizzato la due giorni.
Il Comune di Tirano non è intervenuto con fondi nell’intervento di riqualificazione che partirà il prossimo anno, ma «ha messo il suo peso affinché i finanziamenti arrivassero - ha affermato il sindaco, Pietro Del Simone ringraziando tutti gli attori in causa -. Oggi il Gabbiano presenta la nuova sede nell’ex carcere che sarà trasformato in un luogo di sollievo e di riabilitazione delle miserie umane».
«Se non corri rischi non fai passi avanti - ha dichiarato Massimo Tarantola a nome della Regione e del dipartimento dipendente dell’Asl -. Il Gabbiano può essere ancora una risorsa soprattutto quando, ai tavoli, si discute del problema della tossicodipendenza e delle altre dipendenze. Occorre rinnovare la risposta ai bisogni di oggi e oggi questo nuovo patto sancisce i valori della solidarietà e dell’accoglienza».
L’assessore provinciale, Costantino Tornadù, ha focalizzato il suo intervento sul ruolo del Gabbiano che aiuta l’uomo con le sue tristezze, cadute, ma anche le sue potenzialità. «Un uomo che vuole risorgere e sentirsi coinvolto dalle persone che lo aiutano - ha detto -. Il Gabbiano non è un problema, ma una risorsa. Nessuno è solo e, a piccoli passi, si è riusciti a dare una certezza».
Don Remo Orsini - che ha da poco lasciato la parrocchia e ora fa parte dei sacerdoti che si occupano del santuario - ha concluso dicendo: «Impariamo a guardare in faccia la gente e ad avere il coraggio di guardarla negli occhi». E questa è la missione della comunità.
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