Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 22 Giugno 2014
Treni più corti: «Viaggiatori
costretti a stare in piedi»
Fedele della Fit Cisl alza la voce: «Molti convogli sono passati dalle 8 alle 5 vetture» Difficoltà nel reperire carrozze per carenza di manutenzione? Trenord smentisce
«In attesa dei nuovi treni, i convogli della Milano-Tirano si accorciano». La Cisl protesta, Trenord replica che, al contrario, l’offerta è aumentata.
La speranza è l’ultima a morire e i primi segnali incoraggianti ci sono stati, con l’arrivo dei tre convogli revampizzati “Stelvio”, “Gavia” e “Maloja”. Ma non si può certo parlare di una primavera fortunata per la Milano-Tirano, anche in considerazione dei disagi segnalati negli ultimi giorni da decine di utenti. Ora la Fit-Cisl prende posizione per fare emergere le criticità di questo periodo con un intervento di Michele Fedele.
«Gli annunci primaverili di Trenord e dell’assessorato lombardo sul trasporto ferroviario da e per la nostra provincia avevano prospettato innovazioni e miglioramenti. Si parlava di aumento delle corse con prolungamento della fascia oraria giornaliera di collegamento con Milano, di treni e materiale ferroviario rinnovato e interventi sulle infrastrutture e altri passi in avanti. Invece, non solo le promesse primaverili tardano ad arrivare, ma c’è una novità che va nel senso opposto a dette promesse. Molti convogli da e per Milano si sono accorciati, passando dalle otto alle cinque vetture con disagio per i viaggiatori. Il problema riguarda soprattutto quelli diretti nelle nostre valli che, con difficoltà, trovano posto a sedere e sono costretti a fare gran parte del viaggio in piedi».
Non è necessario essere molto sfortunati per dovere fare i conti con un paio d’ore in piedi. «Questa circostanza è stata direttamente constatata da me giovedì 19 giugno sul Milano-Tirano delle 16,20. Ho assistito - assicura Fedele - alla “compressione” dei viaggiatori, molti dei quali in piedi, al momento della partenza e per buona parte del tragitto. In pratica, oltre al danno delle mancate innovazione, c’è la beffa dell’accorciamento del treno. Con tutta evidenza - dice il sindacalista - siamo di fronte ad una diminuzione del servizio, se non ad un vero e proprio disservizio, soprattutto nei confronti dei visitatori delle nostre montagne, con implicazioni gravi per il settore turistico, che come sappiamo è strategico per la nostra economia».
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