Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 05 Luglio 2017
Treni, i pendolari picchiano duro
L’azienda si difende
Giugno da dimenticare, sotto accusa «i disservizi, i problemi strutturali non risolti e forse mai affrontati». Trenord: «Colpa del rapporto caldo-convogli vecchi».
Sui disservizi dei treni i pendolari puntano il dito contro Trenord per «problemi strutturali non risolti e forse mai affrontati», ma l’azienda respinge come «totalmente errate» le accuse su manutenzione e personale. Non si placano le polemiche sulla situazione dei trasporti ferroviari, dopo i problemi delle scorse settimane: a scendere in campo, ieri, è stato il Coordinamento pendolari lombardi, che in una lettera a Regione e Trenord lamenta «una serie inaccettabile di disservizi, in progressivo e costante peggioramento» e punta il dito contro «una gestione del servizio pessima».
Nelle ultime settimane, infatti, secondo i pendolari si è registrato «un tasso di soppressioni dei treni mai visti prima nella storia di Trenord, tranne che a dicembre 2012 quando il sistema collassò», si legge nel testo. Il Coordinamento chiede poi chiarimenti sulle notizie «dell’eventualità di una chiusura programmata di intere linee, per l’incapacità di far fronte alla situazione di caldo», anche perché secondo il gruppo il motivo, più che l’afa, è «un affanno dovuto a una continua rincorsa di problemi mai risolti». Il primo è «l’indisponibilità dei treni per evidente inadeguata e insufficiente manutenzione», prosegue la lettera, visto che i guasti – dicono i pendolari – riguardano anche i treni delle serie più recenti. «La motivazione dell’età vetusta del materiale rotabile – scrivono - è inconsistente». Secondo problema, per il Coordinamento pendolari, è «l’indisponibilità cronica di personale viaggiante, che si fa immancabilmente evidente nei tradizionali periodi di vacanza, con picchi di cancellazioni che non possono essere attribuite ai guasti». Per questo il gruppo chiede alla Regione «che si faccia garante del rispetto del contratto di servizio, a fronte di 450 milioni di euro di denaro pubblico che ogni anno i cittadini impegnano per ottenere risultati sul servizio non paragonabili all’investimento». A Trenord, invece, i pendolari chiedono di «rendere conto alla collettività dei problemi strutturali», facendo sì «che vengano seriamente affrontati, non mascherati da una serie di spot o trattati con inefficaci palliativi in emergenza, tutto pur di non affrontare i problemi alla radice nell’ottica di minimizzare i costi per massimizzare la remunerazione».
Per l’azienda di trasporti, però, le contestazioni della lettera sono fuori bersaglio: a dirlo è una nota diffusa ieri pomeriggio, che replica in dettaglio alle critiche. «Le soppressioni registrate nel 2017 - scrivono da Trenord - sono state concentrate in giugno, in particolar modo tra l’11 e il 25, nelle due settimane colpite dal caldo torrido e sulle linee dove circolano i treni più vecchi della flotta. Il binomio “caldo-vetustà dei mezzi” ha determinato guasti rilevanti, con il blocco e quindi la repentina indisponibilità dei vecchi treni diesel Aln668 ed elettrici Ale582. Le flotte più moderne non hanno risentito di guasti significativi o bloccanti, se non in maniera “fisiologica”, come accaduto anche nella vicina Svizzera». Secondo l’azienda, poi, il confronto con quanto accaduto nel 2012 «è assolutamente fuori luogo, oltre che diffamante», perché le soppressioni registrate nel mese scorso «sono inferiori» ai numeri del giugno 2016. E la proposta di «sostituire con bus alcune delle corse, quelle che oggi trasportano meno di 50 clienti a treno, su alcune linee a bassissima frequentazione, nel mese di luglio», scrivono ancora dall’azienda, aveva il solo obiettivo di «assicurare viaggi comodi su mezzi climatizzati». Secondo Trenord, poi, è «totalmente errato attribuire le ragioni delle soppressioni alla riduzione del personale in nome del contenimento dei costi», affermano ancora dall’azienda.
«Proprio in giugno Trenord ha assunto e messo in servizio 44 nuovi capitreno - prosegue la nota -. Nel frattempo continua l’implementazione del piano di assunzioni che prevede l’ingresso di circa 200 nuove risorse tra il 2017 e il primo semestre 2018, tra cui 21 capitreno da settembre, 40 macchinisti nel primo quarter 2018, 51 manutentori specializzati con ingresso progressivo dalla scorsa primavera».
E proprio sulla manutenzione la lettera dei pendolari contiene accuse infondate, secondo l’azienda: «Mantenendo il trend del primo semestre, le ore/uomo totalizzate alla fine del 2017 dalla manutenzione Trenord saranno circa l’8,5% in più rispetto al 2016». Ma l’azienda tiene a ricordare qualche dato anche sulla «vetustà» dei convogli: «Dalla seconda metà del 2014 a tutto il 2016 la flotta di Trenord si è arricchita di 58 treni nuovi, altri 18 sono stati o saranno immessi in servizio nel 2017, per un totale di 76 nuovi treni. A valle di questi arrivi, il 40% dei convogli avrà ancora un’età media pari a 35 anni e per “svecchiare” ulteriormente la flotta Trenord ha allestito un massiccio piano di investimenti condiviso con Regione Lombardia».
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