Economia / Sondrio e cintura
Domenica 26 Ottobre 2014
Tremonti e le pagelle all’Europa: «L’Italia ha salvato i tedeschi»
Ospite ieri della Bps, ha raccontato la crisi greca - «Messi alla gogna perché siamo stati prudenti» - Ma non scorda i mali nazionali e il divario col Sud.
Italia promossa e Germania bocciata. Forse non promossa a pieni voti, la prima, e non bocciata col 4 in pagella e nemmeno il 5, la seconda. Però, un bel 6 - -, col “meno meno” calcato a penna, Giulio Tremonti, già ministro dell’Economia e delle Finanze nel governo Berlusconi, nato a Sondrio, ospite, ieri, del presidente onorario Piero Melazzini, del presidente Francesco Venosta e del consigliere delegato e direttore generale Mario Alberto Pedranzini, vertici della Bps, nel quadro delle conferenze pubbliche dell’istituto di credito, lo piazzerebbe volentieri sul registro di classe.
Non gli sta bene che la Germania passi per la prima della classe «quando è stata, invece, l’Italia, attraverso il fondo salva-Stati - ha detto -, poi diventato fondo salva-banche, a salvare la Germania e la Francia insieme, esposte com’erano con Grecia, Spagna e via discorrendo, di cui avevano acquistato pacchetti di fondi derivati. Ricordo che, al top della crisi di questi paesi, l’Italia era esposta a rischio per 20 miliardi di euro con la Grecia, mentre Germania e Francia erano esposte, ciascuna, per 200 miliardi di euro. Capite? La proporzione era questa. Il nostro sistema bancario era più sano ed è stato chiamato a tamponare le falle altrui. Noi abbiamo frenato, all’epoca, perché non ci sembrava corretto essere coinvolti oltre il nostro margine di esposizione, così da fare da salvagente ad altri e rischiare noi. Motivo per cui, siamo stati messi alla gogna».
Ed è solo l’inizio, perché Tremonti, consueta parlantina sciolta, priva di peli sulla lingua, non si capacita neppure del «perché - ha detto – alla fine, lo stress test di cui si saprà domenica ha dovuto essere effettuato su quasi tutti gli istituti di credito italiani e su pochissime banche tedesche. Così come boccio in toto la dottrina della catastrofe perseguita dal Governo Monti che, in sole quattro settimane, a suo tempo, ha fatto calare il buio su una realtà che, solo nel maggio del 2011, veniva descritta, dalla Banca d’Italia, come detentrice di un disavanzo inferiore alla media annua dell’area euro, con una gestione della spese prudente, tale da comportare correzioni contenute. Tra l’altro, sempre nel 2011 il Pil italiano era maggiore di quello francese, la disoccupazione era minore della media europea e il denaro costava meno che in Germania».
Ciò non toglie che, anche il nostro Paese abbia le sue gatte da pelare. E Tremonti non lo nega. Lo sottolinea con la consueta linearità. «È vero, abbiamo enormi chance – ha detto – perché siamo i secondi in Europa nel settore manifatturiero, perché abbiamo un Pil alto più che altrove, perché abbiamo una struttura di bilancio solida e, soprattutto, a fronte di un debito pubblico enorme, abbiamo anche un risparmio privato enorme. Però, c’è una demografia avversa e, pur essendo d’accordo con bonus bebè, non credo siano queste le misure che possono fare la differenza, così come abbiamo un sistema legale demenziale, cito i 700 regolamenti attuativi emessi sui decreti adottati negli ultimi due anni, e abbiamo un paese duale unico al mondo».
C’è, infatti, un divario altissimo fra Nord e Sud «di cui, peraltro, ed è grave, non si parla nemmeno più. E, poi, sarebbe tempo di finirla con le divisioni fra Guelfi e Ghibellini. Invece di pensare a cos’è di destra e cos’è di sinistra, occorrerebbe decidere per cosa è giusto e cosa è sbagliato. E avere più serietà. Perché dire che il Senato va eliminato, perché è di ostacolo all’attività legislativa, cozza col fatto che ha votato il Job’s Act fra le 16.32 e le 23.50. Così come non è serio dire che si eliminano le Province quando si eliminano solo i consiglieri provinciali».
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