Tragedia in Val Masino. Morti tre giovani finanzieri.

Avevano deciso di dedicare la loro vita a soccorrere e salvare, tre autentici angeli della montagna, sempre pronti a rischiare la propria vita per quella degli altri. Ma proprio loro, giovani e appassionati militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza, hanno trovato la morte in un tragico incidente montano, e proprio mentre si stavano esercitando, affinavano le loro abilità e competenze sul campo per poi essere pronti e preparati quando sarebbero stati chiamati ad intervenire.

Attività di formazione e addestramento che i soccorritori del Sagf effettuano continuamente, e spesso proprio in Val di Mello che, per le caratteristiche peculiari del territorio, offre luoghi e possibilità uniche. Ma qualcosa è andato storto e quella che doveva essere una normale giornata lavorativa di esercitazione e addestramento si è trasformata in un’assurda e inspiegabile tragedia. A perdere la vita nella tarda mattinata tre giovani militari del Sagf: Luca Piani, 32 anni, originario di Tirano ma ora residente a Sondrio; Alessandro Pozzi, 25 anni, residente a Valfurva, e Simone Giacomelli, il più giovane, di 22 anni, che abitava a Valdisotto. Giacomelli e Pozzi, arruolati nella Gdf soltanto nel 2022, prestavano servizio nella Stazione Sagf di Madesimo, guidata da Alessia Guanella, mentre Piani faceva parte della squadra del luogotenente Christian Maioglio nella caserma del capoluogo valtellinese.

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Dove, appena appresa la notizia, è giunto subito da Milano il comandante regionale per portare conforto al colonnello Giuseppe Cavallaro, comandante provinciale delle Fiamme Gialle, distrutto per quanto accaduto. L’allarme è scattato pochi minuti prima delle 13. I tre giovani si trovavano insieme a due colleghi in Val di Mello per un’esercitazione in parete. Due cordate diverse, le tre vittime erano insieme.

Era un momento di sosta, si erano fermati pochi istanti ed erano pronti a ripartire e fare un altro “tiro”. Poi, però, sono precipitati nel vuoto per una trentina di metri, sotto gli occhi increduli dei colleghi, impotenti. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 con l’elicottero decollato dalla base di Caiolo, i tecnici del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, i vigili del fuoco e i carabinieri della Compagnia di Sondrio. Soccorsi che però si sono rivelati, purtroppo, inutili. I tre giovani valtellinesi sono morti sul colpo e i soccorritori non hanno potuto fare altro che recuperare le salme, ricomposte presso la camera mortuaria dell’ospedale di Sondrio, dove si trovano a disposizione dell’Autorità giudiziaria. I due militari superstiti, in comprensibile stato di shock, sono stati recuperati e accompagnati a valle. Sarà l’inchiesta della Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, a stabilire le esatte cause del drammatico incidente. Secondo una prima ricostruzione, due chiodi si sarebbero staccati, probabilmente questo è accaduto perché ha ceduto uno sperone roccioso sul quale uno di loro poggiava i piedi, trascinando con sé nel vuoto gli altri due colleghi.

La Procura di Sondrio ha affidato le indagini al Sagf di Sondrio: titolare dell’inchiesta è il magistrato Chiara Costagliola che con il procuratore Piero Basilone deciderà, nelle prossime ore, se disporre le autopsie come al momento appare probabile. E a tutti gli effetti questa disgrazia si configura come un incidente sul lavoro secondo gli inquirenti.

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