Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 04 Aprile 2018
«Traforo dello Spluga? Farlo a 2115 metri sarebbe assurdo»
Il progetto di una galleria ad alta quota non convince il comitato che si occupa di sostenere l’idea del tunnel da Campodolcino a Pian San Giacomo.
L’idea di tenere aperto lo Spluga tutto l’anno con un traforo sommitale non convince il comitato che punta su quello della Mesolcina. All’annuncio diffuso sabato dall’amministrazione provinciale, che ha stanziato risorse per scandagliare ogni possibilità per quanto riguarda lo Spluga, puntando l’attenzione in modo particolare sul sommitale, ha subito risposto nel giorno di Pasqua il comitato che si occupa di sostenere il progetto della galleria da Campodolcino a Pian San Giacomo nei Grigioni. Dall’organizzazione sono partite delle comunicazioni destinate alla Provincia e ai Comuni di Campodolcino e Chiavenna.
«Alcune serene riflessioni sulla ventilata possibilità di un tunnel sommitale allo Spluga – a 2115 metri di quota - crediamo sia opportuno farle - sono le parole del messaggio inviato ai sindaci -. L’obbiettivo è quello di rendere transitabile il valico tutto l’anno. Bene. Ci sono già, per citare solo quelli vicini a noi, i seguenti valichi aperti tutto l’anno: passo del Giulio a 2284 metri di quota, passo del Forno a 2149, passo del Bernina a 2328 e passo del Foscagno a 2291». Il comitato fa notare che per tutti questi il sito informa del fatto che sono aperti “tutto l’anno salvo temporanea chiusura per abbondanti nevicate o manutenzione stradale”.
«Questa è la stessa cosa che diciamo noi quando parliamo del tratto Pianazzo-Montespluga. Ora con opportune attrezzature, con un investimento di non più del 5% di quanto costerebbe ai cittadini lombardi la realizzazione del tunnel sommitale - attraverso l’acquisto di cinque o sei turbine dell’ultima generazione a 400mila euro/cadauna - si otterrebbe l’encomiabile risultato di tenere aperto il passo dello Spluga tutto l’anno».
L’esborso di decine di milioni per quest’obiettivo, insomma, non convince il comitato al quale aderiscono vari esperti di edilizia ed ex amministratori. «Francamente risulta incomprensibile spendere più di 50/60 milioni di euro per ottenere né più né meno che lo stesso risultato, con la stessa cautelativa dicitura per i mesi invernali, solo per ridurre di circa 150 metri l’altitudine da superare. Ovviamente il traforo della Mesolcina ha tutt’altra valenza, consentendo l’allacciamento alla rete autostradale svizzera a poco più di mille metri di altitudine».
Lo scenario è chiaro, insomma. Da una parte si ipotizza una soluzione basata sullo Spluga. Siccome è la meno costosa, forse è l’unica realizzabile in tempi di vacche magre e, oltre a poter contare sull’interessamento della Provincia, è sicuramente sostenuta dal Comune di Madesimo.
Dall’altra si replica puntando su un’opera strategica e definitiva, anche se con oneri superiori. Resta da capire, in quest’ottica, il parere degli svizzeri. Sia a Splügen, dove la strada d’inverno è coperta dalle piste, sia in Mesolcina, dove l’interessamento per un eventuale tunnel (soprattutto in caso di aumento del traffico su gomma) è tutt’altro che scontato, anche perché di eventuali finanziamenti finora non si è parlato. Il dibattito è destinato a proseguire.
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