Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 07 Marzo 2018
«Tonfo Pd, ripartiamo dagli amministratori»
I risultati di Iannotti a Sondrio indicano la via. Nonostante i malumori, Curti esclude una resa dei conti.
«Ripartire dagli amministratori, dall’ascolto del territorio, rilanciando con proposte credibili e realizzabili». Nessuna ricetta, ma l’indicazione di chi, nella bufera che ha investito e travolto il Partito democratico, lavorando giorno dopo giorno e mettendoci la faccia, è riuscito a tenere alta la bandiera del Pd. Michele Iannotti, candidato dem al consiglio regionale per Gori, ha poco da rimproverare a se stesso, semmai nel mirino ci va il partito.
Complessivamente alle Regionali, il vicesindaco ha portato a casa 2.008 preferenze, secondo assoluto dietro il pigliatutto Sertori, e ha arginato il Carroccio in città con 951 voti contro i 1.144 dell’ex presidente della Provincia e portando il Pd al 24%, quasi il 10% in più della media provinciale.
«Nel disastro generale, in termini elettorali, perché di questo dobbiamo parlare - commenta Iannotti -, a Sondrio c’è stata una bella risposta in termini di consenso. Il voto politico nazionale, spesso di protesta da parte di una grossa fetta di popolazione, ha messo in evidenza il disagio, che non siamo stati in grado di intercettare quando eravamo al governo, e ha influito negativamente sul risultato delle elezioni regionali nelle quali paradossalmente si chiedeva cambiamento e non continuità. Se la continuità in Regione è stata premiata, significa che i cittadini hanno apprezzato come in questi 23 anni sono stati gestisti sanità e trasporto pubblico». Il Pd ha perso consensi ovunque, dimezzando il risultato elettorale in 4 anni. «Non siamo stati capaci di dare risposte chiare ai bisogni che avanzano, alle paure, a volte ingiustificate, ma esistenti - insiste Iannotti -; altri l’hanno fatto. Il partito deve riprendere il contatto con la gente partendo dal territorio, diamo spazio agli amministratori locali dentro il partito non solo a parole, sono quelli che più conoscono i reali bisogni. I partiti territoriali sono quelli che devono intercettare le istanze, le richieste, i bisogni, e segnalarle a chi a livello centrale decide, istanze che possono essere anche diverse da territorio a territorio». E l’esempio che Iannotti fa è quello dell’elezione diretta del presidente della Provincia.
Convinto che sia necessario tornare a parlare alla gente è anche il segretario provinciale del Pd Giovanni Curti, che esclude però ripercussioni particolari all’interno del partito. «La sconfitta è stata netta - dice -. Abbiamo pagato il fatto di essere stati al governo in questi quattro anni di crisi, di aver gestito, bene, attraverso l’accoglienza i flussi migratori e di aver dovuto mettere mano al risanamento del sistema bancario. Senza contare che a pesare ci sono state anche le divisioni interne e la crisi della leadership». Poca autocritica sulla gestione delle candidature piuttosto che sul metodo di lavoro. «Nei centri più grandi come Sondrio e Morbegno abbiamo tenuto - dice Curti - e, aspetto positivo, abbiamo ancora un rappresentante del territorio a Roma».
Nessuna resa dei conti dentro il partito provinciale secondo Curti, nonostante i mal di pancia che si trascinano ormai da mesi e che solo la campagna elettorale è riuscita a tenere a freno. Ma neanche alcuna ingerenza rispetto alle amministrative di Sondrio. «Ci affideremo al gruppo di maggioranza uscente che ha governato bene - dice -. La lista del Pd sosterrà la candidatura frutto di un progetto ampio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA