finalmente la notte degli Oscar ha portato un meritato riconoscimento alla poesia, premiando con ben cinque statuette il magnifico “The artist”, capolavoro di finezza e gusto, con la splendida interpretazione dell'attore francese Jean Dujardin, fino a oggi sconosciuto al pubblico mondiale. Un trionfo annunciato, soprattutto perché la Francia sa costruire e tutelare i propri artisti e garantire alla Cultura, quella con la maiuscola, fondi, scuole, teatri, corsi di perfezionamento, visibilità e soprattutto stima.
I nostri vicini hanno da sempre capito, come l'arte sia oltre che forma di divertimento che dà sapore alla vita, anche un business in continua espansione, se ben pianificato e supportato da menti agili. L'esatto contrario di quanto avviene nel nostro imbarbarito Paese, dove attori professionisti o musicisti o fotografi si sentono chiedere se «facciano quello di mestiere», come se occuparsi di arte fosse una cosa disdicevole.
Il ministero per la Cultura francese ha a disposizione più di otto miliardi di euro, evidentemente ben spesi, visti i risultati, da noi i teatri sono sull'orlo del fallimento, il cinema sforna soltanto cinepanettoni o storie lacrimevoli, la televisione ha toccato il livello più basso in sessant'anni di trasmissioni, la musica d'arte conta su un pubblico di vecchietti perché nessuno educa i giovani all'ascolto. Meditate gente, e imparate come si fa.
Clelia Santovito
Lecco
Cara signora Santovito,
è sempre doloroso accettare la supremazia culturale di altri Paesi, ma devo dire che davvero ce la meritiamo, vista la politica distruttiva e miope che ormai troppi governi hanno perpetuato in Italia, relegando la Cultura all'ultimo posto. C'è tutta una mentalità da cambiare, si migliorerà solo quando si arriverà a capire che non sempre tutto si può aggiustare con l'improvvisazione, ma occorrono soldi e idee e soprattutto una solida programmazione.
Vittorio Colombo
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